Il saggio, partendo da una rilettura della nota posizione di Dicey circa l’esistenza di un insanabile contrasto tra il droit administratif francese e i principi fondamentali della costituzione inglese, esamina le origini della normazione amministrativa in Inghilterra. Dopo aver sottolineato la strutturale commistione tra amministrazione e giurisdizione, corrispondente alla rappresentazione giustiziale del potere nell’Europa di antico regime su entrambe le sponde della Manica fino all’affermazione postrivoluzionaria del giudice bouche de la loi, si sofferma sulle origini medievali e sullo sviluppo nei secoli della figura del giudice di pace, autorevole magistrato dotato di attribuzioni sia giudiziarie che amministrative. I numerosi e ampi compiti amministrativi attribuiti a partire dal quindicesimo secolo ai giudici di pace, dotati di ampia indipendenza e autonomia nei confronti del potere centrale, li avrebbero resi un ganglio centrale dell’amministrazione locale inglese fino al diciannovesimo secolo, quando nuove esigenze organizzative, finanziarie e sociali avrebbero imposto la nascita e l’espansione di strutture e organismi amministrativi centralizzati destinati a prendere gradualmente il posto delle autorità locali tradizionali. Il saggio conclude affermando che il riconoscimento del quasi totale monopolio dell’attività amministrativa dei giudici di pace fino all’inizio dell’Ottocento contribuisce al superamento della concezione dicotomica delle tradizioni giuridiche di common law e civil law (nel senso di regimi «a diritto comune» e «a diritto amministrativo») frutto della vulgata tramandataci dalla tradizione giuridica europea.
«The rulers of the land»: i justices of the peace alle origini del diritto amministrativo inglese
di Dolores Freda
Abstract