Fascicolo n. 3 - 2015 luglio / settembre

Simposi


Massimo Severo Giannini costituzionalista

Di «Massimo Severo Giannini costituzionalista» si può parlare quale giurista e quale protagonista della politica costituzionale nel corso di svariati decenni dell’esperienza repubblicana. Tenuto conto dell’ampiezza potenzialmente dischiusa da queste due prospettive di indagine, l’autore ha scelto di limitare la ricerca alla questione di come Giannini concepiva il rapporto fra Costituzione e diritto costituzionale, con le implicazioni che ne trasse e con quelle che possono trarne i costituzionalisti. Da tale ricerca risulta che Giannini seguì il suo Maestro Santi Romano nell’intendere la Costituzione come testo scritto e il diritto costituzionale come disciplina concernente l’intero studio dello Stato. Tuttavia, mentre Romano mirava così a difendere l’opinione del carattere fondante dell’antica versione della sovranità dello Stato rispetto a qualsiasi testo costituzionale, Giannini, che aveva egli stesso contribuito alla stesura della Costituzione del 1948, cercò attraverso quella distinzione di mostrare come lo studio delle trasformazioni dello Stato era cruciale per la comprensione non solo del diritto costituzionale ma anche del significato effettivo della Costituzione.

Giannini e la preparazione della Costituzione

Massimo Severo Giannini ha svolto una intensa attività di riformatore, coprendo un ruolo-chiave nella preparazione dell’Assemblea costituente e della nuova costituzione e nella progettazione della carta. Le linee portanti dei suoi interventi sono state la riduzione della distanza tra Stato e cittadini, il monocameralismo, la stabilizzazione del governo, la semplificazione della struttura territoriale. Nella relazione su «lo Stato democratico repubblicano», seguita dalla mozione sullo «Stato repubblicano», emergevano soprattutto le questioni del distacco tra Stato-apparato e popolo e del contrasto tra i principi e la realtà, oltre all’affermazione dei principi di eguaglianza sostanziale, autogoverno, monocameralismo, bilanciamento tra poteri. Molte delle sue idee non hanno poi fatto ingresso nella Costituzione, sebbene siano ancora oggi al centro di molti dibattiti, come, ad esempio, la razionalizzazione delle amministrazioni territoriali e il monocameralismo.

Massimo Severo Giannini e la democrazia industriale nell’immediato secondo dopoguerra

Il contributo ha ad oggetto un periodo poco studiato nella biografia di Massimo Severo Giannini: l’anno, tra la seconda metà del 1946 e la prima del 1947, trascorso da Giannini in qualità di capo dell’Ufficio legislativo del Ministro dell’industria del secondo governo De Gasperi, Roberto Morandi. In particolare, il saggio analizza l’innovativo disegno di legge, steso da Giannini, sui consigli di gestione delle aziende, che purtroppo non superò il vaglio parlamentare. Si intende dimostrare: a) che, in sede di elaborazione del testo, Giannini fece ampio uso della teoria istituzionalista del maestro Santi Romano (in particolare, in ordine al contributo dal basso della società civile alla programmazione industriale del Paese); b) che l’approvazione di tale disegno di legge avrebbe condotto l’Italia in una posizione altamente avanzata (circa il ruolo dei lavoratori in seno alle aziende) rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale, mentre la mancata approvazione la lasciò in posizione molto arretrata; c) che soltanto di recente il sindacalismo italiano è tornato a dissotterrare questi temi, probabilmente a seguito del costante ridimensionamento del suo ruolo, dopo invece aver contribuito colpevolmente contribuito alla sostanziale inattuazione dell’art. 46 Cost.; d) che trova conferma, anche nel settore del diritto industriale e del lavoro, l’attitudine di riformatore ante litteram di Giannini, quasi sempre frustrata dalle «sabbie mobili» della politica italiana.

Giannini dalle pagine dei giornali: il tracollo del sistema istituzionale e le riforme necessarie

Lo scritto analizza i maggiori interventi di Giannini nella stampa quotidiana e periodica, dal 1935 agli ultimi anni del secolo scorso. Si prendono in esame tutti i principali temi trattati da Giannini: gli assetti politico-costituzionali; le pubbliche amministrazioni e le loro disfunzioni; i dipendenti e i dirigenti pubblici; le riforme necessarie. Nonostante si tratti di articoli di giornale, Giannini non abbandona mai il rigore e la profondità dell’analisi. Sono scritti animati da una critica sferzante nei confronti delle istituzioni costituzionali e amministrative, caratterizzate da gravi malfunzionamenti e inefficienze. Alla dura critica, però, si affiancano sempre proposte di rimedi efficaci. Proposte che, purtroppo, sono rimaste largamente inattuate.

I pareri di Massimo Severo Giannini: la continuità con la scienza

L’esame delle «carte professionali» di Massimo Severo Giannini costituisce una  prospettiva privilegiata non solo per analizzare l’approccio e la metodologia gianniniana allo studio dei fenomeni giuridici nella loro dimensione concreta, ma anche per approfondire la consistenza e la tenuta di alcune delle principali «invarianti» che ne hanno maggiormente caratterizzato la produzione scientifica: è il caso, ad esempio, della problematica dei limiti all’applicazione del diritto privato rispetto alla disciplina organizzativa e all’attività dei soggetti pubblici; o della trasformazione della nozione di servizio pubblico e dei rapporti concessori; o, ancora, della necessità di limitare e circoscrivere il riferimento alla nozione di discrezionalità amministrativa; o, infine, dell’importanza di valorizzare l’autonomia e il pluralismo degli ordinamenti giuridici. Ne emerge confermata l’immagine unitaria dello scienziato e del professionista del diritto, capace di dominare una pluralità di discipline (anche non strettamente pubblicistiche), attento allo sviluppo storico e alle trasformazioni dell’ordinamento, sferzante nelle critiche alle disfunzioni e alle contraddizioni del sistema ma sempre incline a trarre dall’analisi della complessità una costruzione concettualmente rigorosa.

Giannini tributarista. Le trasformazioni dello Stato negli anni Trenta e il problema dell’interpretazione delle leggi finanziarie

Con la nascita, tra Otto e Novecento, dello Stato amministrativo, le necessità finanziarie legate all’organizzazione di nuovi servizi pubblici spinsero la dottrina a mettere in dubbio l’eccezionalità e la restrittività delle norme tributarie, avviando la revisione della teoria ermeneutica che su tale dogma poggiava. In seguito, i compiti assunti dallo stato «multifinale» degli anni Trenta e la nascita di un’organizzazione amministrativa parallela a quella statale, determinò l’affiancarsi alla finanza di Stato di un sistema finanziario per fini particolari, che reclamava anch’esso la revisione dei tradizionali istituti di diritto tributario. Per far fronte a tali necessità, Griziotti e Vanoni invocarono l’applicazione analogica delle norme tributarie. Ma, nell’Europa di quegli anni, vi fu anche il tentativo di trasportare l’interpretazione delle leggi tributarie direttamente nell’ambito della libera ricerca del diritto. In questo contesto si colloca l’intervento di Giannini del 1941 su «L’interpretazione e l’integrazione delle leggi tributarie», il cui intento appare quello di dare una risposta alle problematiche sorte con l’aumento dei bisogni finanziari dell’apparato pubblico, mantenendo però fermi i principi dello stato di diritto e del positivismo giuridico, assieme con lo specialismo disciplinare della scienza giuridica.

«Todo es peregrino y raro … »: Massimo Severo Giannini e i beni culturali

L’articolo ricostruisce il contributo dato da Giannini alla disciplina dei beni culturali. In primo luogo, sono esaminati i suoi saggi, con particolare riguardo al suo articolo «I beni culturali» del 1975-1976. In secondo luogo, è trattato il ruolo da lui svolto come «riformatore». Diviene così possibile individuare il lascito del pensiero di Giannini e delle sue opere nel settore dei beni culturali: resta, per la scienza giuridica e le istituzioni, una mole imponente di idee e proposte, talora tradite, talaltra non ancora attuate, ma, fortunatamente, in parte realizzate.

Le discusse chiamate alla cattedra romana di diritto amministrativo (1948-1966)

Il presente articolo è frutto di un’immersione tra gli archivi della Facoltà di Giurisprudenza della Università di Roma «Sapienza», volta a cogliere i passaggi più importanti della chiamata di Massimo Severo Giannini alla cattedra romana di diritto amministrativo della Facoltà giuridica. Una chiamata che si dimostra da subito delicata e destinata a una lunga discussione in seno al Consiglio di Facoltà, viste le incertezze del «caposcuola», titolare della cattedra, Guido Zanobini, tanto nelle condizioni di salute (che per un lungo periodo lo costringono lontano dall’Università), quanto nell’indicazione di un successore (formalmente non parteggia, sostanzialmente sostiene Giovanni Miele). Deliberazioni invalide e grovigli burocratici, chiamate e rinunce, questioni di principio e preferenze velatamente politiche, caratterizzano gli anni di gestazione di quello che sarebbe stato un nuovo inizio per lo studio delle scienze pubblicistiche nella Facoltà giuridica della Sapienza.

Rassegne


Cronache europee 2014

Le Cronache europee relative al 2014, dopo aver fatto cenno agli eventi di maggior rilievo (in particolare, le elezioni del Parlamento europeo, le nomine del Presidente della Commissione, del Consiglio europeo e dell’Alto rappresentante, gli sviluppi in materia di unione bancaria, l’ingresso della Lettonia nei paesi della zona euro ed il completamento dell’iter per la Lituania,), analizzano sinteticamente i principali sviluppi dell’Unione, attraverso l’esame delle decisioni adottate dai Consigli europei, delle più importanti normative e dei programmi di maggior rilievo. Come di consueto, vengono esaminate le innovazioni istituzionali e giuridiche più significative, i rapporti tra cittadini ed istituzioni europee e le novità relative all’unione economica. Quindi, sono brevemente esaminati gli sviluppi nelle funzioni di regolazione (mercato interno, comunicazioni elettroniche, concorrenza, aiuti di Stato, politica sociale, tutela della salute e del consumatore, tutela ambientale), che sono stati significativi nel 2014, ed in quelle di erogazione (politica agricola comune, ricerca e tecnologia, istruzione, cultura), nonché lo sviluppo delle procedure decisionali di controllo in materia di finanza (bilancio e fondi). Le Cronache 2014 si concludono con l’analisi dei progressi relativi allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, alla dimensione esterna e alla politica estera e di sicurezza comune.

Rivista bibliografica


Opere di Sergio Berlinguer, Ho visto uccidere la Prima Repubblica. Alcune tra le pagine più delicate e oscure della nostra storia repubblicana raccontate da un testimone privilegiato (Guido Melis)
Isabella Zanni Rosiello, I donchisciotte del tavolino. Nei dintorni della burocrazia (Guido Melis)
Aldo Travi (a cura di), Colloquio sull’interesse legittimo (Atti del convegno in memoria di Umberto Pototschnig, Milano 19 aprile 2013 (Filippo Patroni Griffi)
Giuliano Amato, Le istituzioni della democrazia. Un viaggio lungo cinquant’anni (Marco D’Alberti)
John Micklethwait e Adrian Wooldridge, The Fourth Revolution, The Global Race to Reinvent the State (Gian Paolo Manzella)
Pasquale Annicchino, Esportare la libertà religiosa. Il Modello Americano nell’Arena Globale (Gianfranco Macrì)
Alessandro Natalini, Francesco Sarpi e Giulio Vesperini, L’analisi di impatto e gli altri strumenti per la qualità della regolazione. Annuario 2013 (Edoardo Chiti)
Christoph Graben warter e a., La coopération entre les Cours constitutionnelles en Europe. Situation actuelle et perspectives. XVIe Congrès de la Conférence des Cours  constitutionnelles européennes – The Cooperation of Constitutional Courts in Europe. Current Situation and Perspectives. XVIth Congress of the Conference of European Constitutional Courts – Die Kooperation der Verfassungsgerichte in Europa. Aktuelle Rahmenbedingungen und Perspektiven, XVI. Kongress der Konferenz der Europäischen Verfassungsgerichte (Umberto G. Zingales)
Pietro Masala, La tutela dei diritti sociali negli ordinamenti di tipo composto tra uniformità e differenziazione. Decentramento e diritti sociali in Italia, Germania e Spagna (Giorgio Mocavini)

Notizie


La relazione annuale dell’Antitrust al Parlamento (Diego Agus)
La tutela giurisdizionale amministrativa in Germania (Hilde Caroli Casavola)
Il rapporto del Parlamento europeo su Higher education in the EU (Fabio Di Cristina)
«Il big bang della trasparenza» (Barbara Neri)
Il Rapporto Irpa sui collaboratori dei parlamentari e il personale «addetto» alla politica (Marco Mandato)
Due convegni su «corruzione e crisi sistemica» e «indagini sulla corruzione negli appalti pubblici» (Matteo Pignatti)
Un incontro sulla storia dell’IRI (Andrea Maria Altieri)