n. 3 - 2020 luglio / settembre
Il metodo morelliano di Fabio Merusi e i suoi possibili sviluppi
Prendendo spunto dalle ricerche, sempre attente ai dati fattuali ed ai contesti storici, dedicate da Fabio Merusi alla giustizia amministrativa, lo scritto analizza l’importanza dell’ancora largamente inesplorato versante organizzativo di una giustizia che andrebbe vista come servizio per meglio mettere a fuoco il cambio di paradigma rispetto all’assetto autoritario dei rapporti amministrativi che caratterizzava il sistema delle origini.
Amministrazione pubblica e progresso civile
La pubblica amministrazione è stata per molto tempo una forza trainante del progresso italiano, contribuendo allo sviluppo giuridico, sociale ed economico del paese. Ad un certo punto, tuttavia, gli apparati pubblici sono diventati un ostacolo allo sviluppo. Fin dall’età giolittiana, l’amministrazione è stata così frammentata da non garantire un coordinamento tra ministeri, enti periferici e altri enti pubblici. Negli ultimi trenta anni, la moltiplicazione di organismi globali e l’emergere di nuovi interessi collettivi hanno reso ancora più difficile governare tale frammentazione. Nel corso del tempo, inoltre, i nuovi compiti e le accresciute dimensioni assunte dalla pubblica amministrazione avrebbero richiesto una modernizzazione delle tecniche gestionali secondo i principi del taylorismo, ma ciò non è accaduto. Ancora oggi i metodi di lavoro delle amministrazioni sono inadeguati e le numerosissime leggi in materia sono state inefficaci. Il personale amministrativo è per lo più di provenienza meridionale e tra ceto politico e classe amministrativa esiste uno iato profondo. La dirigenza amministrativa, pur potendo contare su una serie di garanzie, non riesce a promuovere i necessari miglioramenti organizzativi. L’amministrazione, infine, è ancora caratterizzata da una cultura giuridica troppo formalistica e dalla mancanza di saperi tecnico-scientifici. Ciò si ripercuote negativamente sulla capacità dell’amministrazione di guidare i procedimenti di dotazione infrastrutturale del paese e sugli adempimenti richiesti per lo svolgimento delle attività produttive, che andrebbero semplificati e razionalizzati. Si auspica che l’amministrazione sappia adattarsi alle trasformazioni sociali per tornare ad accompagnare lo sviluppo civile.
Matteo Gnes - Edoardo Chiti
Cronache europee 2018
Le Cronache europee relative al 2018 si aprono con un breve resoconto dei principali eventi politici, economici e istituzionali, tra cui la prosecuzione della procedura per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (c.d. Brexit) con il raggiungimento della bozza di accordo. Vengono quindi brevemente analizzati i principali sviluppi del processo di integrazione europea, attraverso l’esame delle decisioni adottate dai Consigli europei, delle più importanti normative e dei programmi di maggior rilievo. Secondo il disegno abituale delle Cronache, vengono esaminate le innovazioni istituzionali e giuridiche più significative, i rapporti tra cittadini ed istituzioni europee e le novità relative all’unione economica. Quindi, sono brevemente esaminati gli sviluppi nelle funzioni di regolazione (mercato interno, comunicazioni elettroniche, concorrenza, aiuti di Stato, politica sociale, tutela della salute e del consumatore, tutela ambientale), che sono stati significativi nel 2018, ed in quelle di erogazione (politica agricola comune, ricerca e tecnologia, istruzione, cultura), nonché lo sviluppo delle procedure decisionali di controllo in materia di finanza (bilancio e fondi). Infine, sono presi in esame i progressi relativi allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, alla dimensione esterna e alla politica estera e di sicurezza comune.