Per una storia del procedimento amministrativo prima della legge sul procedimento

di Guido Melis
Abstract

L’obiettivo dell’articolo è esaminare l’origine storica del procedimento amministrativo, rintracciandone a ritroso i preludi incerti dei primi decenni del Novecento, con particolare riguardo al contesto italiano, e poi seguendone il cammino sino al 1990, tenendo anche conto dell’evoluzione istituzionale del Paese. Innanzitutto, si prende in considerazione la disciplina amministrativa all’indomani dell’Unità d’Italia. Essa si compone di un sistema interno di attività, di interrelazioni tra uffici, di automatismi gerarchici, a carattere tendenzialmente sequenziale. Progressivamente si sviluppa una maggiore procedimentalizzazione dell’attività amministrativa, sebbene la scienza giuridica non ne sia stata subito consapevole. Successivamente, si analizzano gli studi sul procedimento amministrativo dagli anni Venti alla fine del fascismo, osservando come la legge austriaca del 1925 non abbia inizialmente suscitato particolare attenzione da parte della scienza amministrativistica. Di conseguenza, il concetto di «procedimento amministrativo» è individuato soprattutto dal giudice amministrativo, per il bisogno che esso ha di ricostruire partitamente le varie fasi dei processi di decisione. Sempre in questo periodo, inoltre, è pubblicata la fondamentale monografia di Aldo M. Sandulli. Si esaminano, poi, i numerosi tentativi del dopoguerra di dotare l’Italia di una legge generale sul procedimento amministrativo, con particolare attenzione al periodo che va dalla Costituente fino agli anni Sessanta, dove si segnala l’impegno di Roberto Lucifredi. Si prende in considerazione, inoltre, l’importante contributo alla ricostruzione teorica della nozione del procedimento amministrativo offerta da Feliciano Benvenuti. Infine, si esaminano la lunga gestazione della l. 7 agosto 1990, n. 241, la sua approvazione e lo spartiacque che essa ha rappresentato per l’amministrazione italiana.