Le mutazioni dei controlli amministrativi e la Corte dei conti: a un quarto di secolo da una storica riforma

di Gaetano D'Auria
Abstract

L’articolo ripercorre le vicende dei controlli amministrativi dopo la «grande riforma» del 1994 (legge n. 20), che dava attuazione alla norma costituzionale (art. 100, comma 2) per cui la Corte dei conti esercita il controllo successivo sui risultati conseguiti dalle gestioni pubbliche mediante l’impiego delle risorse iscritte nei loro bilanci. Si trattava, quindi, di introdurre, come in altri paesi avanzati, un modello di controllo che fosse fondato non solo su valutazioni di legittimità e regolarità delle gestioni, ma anche su analisi della loro efficienza, economicità ed efficacia. Senonché, per motivi molteplici, ma non persuasivi, la Corte dei conti ha ristretto i suoi controlli alla mera legittimità e regolarità dei risultati finanziari conseguiti dalle amministrazioni, con una attenzione complessivamente marginale per l’uso efficiente, economico ed efficace delle risorse (sempre più scarse) disponibili. La riforma del 1994 è, pertanto, a distanza di un quarto di secolo dalla sua approvazione, ancora lontana dall’essere attuata.