Le concessioni autostradali rappresentano il modello prevalente della costruzione e gestione delle autostrade in Italia. L’istituto, originatosi negli anni Venti del Novecento, permette l’afflusso di capitali privati e gestioni imprenditoriali nel settore. È questa la ragione per la quale appare necessario allo sviluppo di questo settore. Il diritto europeo, in generale, qualifica le concessioni in termini contrattuali. Sicché esse si avvicinano agli appalti di lavori e di servizi. Permangono però differenze sostanziali. Nelle concessioni è trasferito sull’aggiudicatario il rischio operativo (nella specie il rischio traffico). I concessionari autostradali, inoltre, gestiscono l’offerta di un servizio di trasporto passivo. Proprio questa ultima circostanza implica che la regolazione tariffaria sia sottoposta alla regolazione dell’autorità indipendente di settore. Ne discende che una parte cruciale del contratto di concessione risulta modificabile da un soggetto diverso tra le parti del rapporto concessorio. Questo assetto, introdotto dal «decreto Genova», è controverso. Esso segna il ritorno alla logica dell’equilibrio economico finanziario in luogo della massimizzazione della rimuneratività del capitale investito.
Le concessioni autostradali: un paradigma autonomo?
di Lorenzo Saltari
Abstract