Il numero crescente delle controversie di natura economica anche nell’ambito dei rapporti con la pubblica amministrazione ha portato il legislatore ad istituire numerosi modelli alternativi al ricorso giurisdizionale capaci di garantire decisioni caratterizzate da un elevato grado di competenza tecnica e in tempi più rapidi. Ciò che tuttavia sembra essere passato in secondo piano nel dibattito corrente è l’esigenza di giustizia, la quale si esplica tanto sotto il profilo della composizione degli organi decidenti quanto per le regole procedimentali che limitano la partecipazione del privato al procedimento e il suo diritto al contraddittorio. Invero, proprio alla mancanza di terzietà ed imparzialità sembra doversi la scarsa fiducia riposta su questi strumenti. Il saggio, partendo dall’analisi dei rimedi endoprocedimentali — ove s’instaura un primo contraddittorio con la pubblica amministrazione — si concentra sulle varie tipologie di ADR previste dall’ordinamento, affidate talvolta ad organi diversi della medesima amministrazione procedente (come nel caso del c.d. ricorso gerarchico improprio) talaltre ad autorità indipendenti, variamente denominate, le quali spesso finiscono per sovrapporre le loro funzioni regolatorie con l’attività giustiziale. L’articolo infine giunge ad esaminare l’istituto della mediazione nelle controversie con la pubblica amministrazione, già presente in altri ordinamenti europei, ma di non facile importazione.
La giustizia nell’amministrazione fra procedimento e processo, fra giurisdizione amministrativa e modelli alternativi di risoluzione delle controversie
di Vittorio Domenichelli
Abstract