La costituzione italiana fra le Costituzioni del dopoguerra

di Giuliano Amato
Abstract

Il ruolo dei partiti di massa non è certo un’invenzione italiana, ma è italiano il loro innesto in un assetto a statualità molto più debole di quella su cui hanno potuto contare le istituzioni designate dalle altre Costituzioni europee del secondo dopoguerra. Sotto questo profilo si è costretti a cogliere una maggiore discontinuità fra l’assetto albertino e il successivo regime fascista che non fra quest’ultimo e la Repubblica. Il primato dei partiti e la legittimazione delle istituzioni conseguita per loro tramite non trovano correttivi lungo l’intera storia repubblicana. Le riforme progettate a questo fine si sono tutte arenate, mentre la riforma elettorale maggioritaria ha generato una insostenibile asimmetria fra gli equilibri istituzionali designati dalla Costituzione e i pluspoteri politici costruiti e legittimati sulla base del successo elettorale. Ne sono conseguite autentiche distorsioni di diversi meccanismi costituzionali, a cui andrebbe posto urgente rimedio.