Il ricorso dell’Unione europea a strumenti informali per il contrasto all’immigrazione irregolare

di F. Casolari
Abstract

Il ricorso a strumenti di soft law — sovente informali — costituisce una
dinamica ormai intrinseca dell’ordinamento giuridico UE. Più in generale, è
evidente la tendenza, sul piano internazionale, a ricorrere a soluzioni flessibili
ed informali nella gestione delle relazioni internazionali. Ciò, in particolare,
laddove si determinino scenari emergenziali o di crisi, che richiedono risposte
celeri e facilmente adattabili al caso di specie. E tuttavia, il carattere informale
di tali atti non deve ingannare: l’impatto degli atti dotati di tale carattere adottati
negli ultimi anni dall’Unione nel contrasto all’immigrazione clandestina è
tutt’altro che irrilevante sul piano sistemico. Essi non solo si pongono in
contrasto con alcuni dei principi strutturali dell’Unione europea (a partire da
quelli di attribuzione delle competenze, di leale cooperazione e del rispetto della rule of law), ma finiscono col mettere in serio pericolo l’autonomia stessa dell’ordinamento giuridico sovranazionale rispetto al diritto internazionale.