Il riconoscimento e la promozione delle autonomie locali

di Edoardo Giardino
Abstract

L’art. 5 della Costituzione preserva l’unità e l’indivisibilità della Repubblica, riconoscendo e promuovendo le autonomie locali nonché vincolando il legislatore ad adeguare i principi e i metodi della legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. L’autonomia contemplata dalla Costituzione, pertanto, deve essere intesa come condizione di libertà e fonte di responsabilità, in quanto, se, da un lato, attraverso l’autodeterminazione autonomistica si consente all’ente di disporre dei fini da raggiungere ed alla popolazione di partecipare all’esercizio del potere, dall’altro, non v’è libertà individuale, che, in quanto riflesso di un dovere di solidarietà sociale, non implichi un’assunzione di responsabilità. Con la riforma del Titolo V parte seconda della Costituzione, la sussidiarietà conforma l’intero assetto costitutivo della Repubblica, determinando un processo di equiordinazione istituzionale, laddove i poteri locali e territoriali divengono parti costitutive della Repubblica, quindi, titolari di significativi poteri. Permangono, tuttavia, non poche criticità che rendono incompiuto il processo autonomistico, sussistendo la tendenza a privilegiare la logica della sovraordinazione alla misura della competenza, il criterio della prevalenza all’esigenza del bilanciamento, a fronte di un quadro ordinamentale ancora segnato da molteplici aporie ed ambiguità.