Il giudice del lavoro che «rema contro»

di Benedetto Cimino
Abstract

Da oramai venti anni, le controversie in materia di pubblico impiego sono affidate al giudice ordinario. Il passaggio dal giudice speciale al giudice comune ha avuto un impatto profondo sulla gestione del contenzioso, i cui esiti, complessivamente considerati, non appaiono soddisfacenti. Il processo del lavoro è concepito per tutelare il dipendente come parte debole del rapporto, ma nelle pubbliche amministrazioni il rischio è quello opposto, di una sovra- protezione degli interessi dei dipendenti. Il giudice del lavoro, poi, ha una scarsa conoscenza dei meccanismi di funzionamento della pubblica amministrazione e, quindi, può adottare decisioni poco ponderate o lesive delle prerogative dell’amministrazione. Queste distorsioni non generano effetti solo sul piano processuale, ma possono condizionare le scelte, la credibilità e la forza negoziale del datore di lavoro pubblico anche sul piano sostanziale, nella gestione dei rapporti con i dipendenti e con le organizzazioni sindacali.