Il “gelo metallico” dello Stato: per una critica della crimmigration come nuda forza

di A. Spena
Abstract

Dopo aver delineato alcune delle caratteristiche della cosiddetta crimmi-
gration (l’intreccio di diritto penale e diritto amministrativo nella gestione del fenomeno migratorio), il contributo ne segnala due aspetti problematici. Il primo risiede nel fatto che la condizione di esclusione sociale dello straniero indesiderato — teoricamente provvisoria in quanto legata alla prospettiva dell’espulsione — finisce per stabilizzarsi in tutti i casi, e non sono pochi, in cui l’espulsione non riesce; ciò pone una larga parte della popolazione di fatto rientrante nella giurisdizione dello Stato in una durevole condizione di esclusione sociale, che risulta problematica in rapporto a molti principi costituzionali, a cominciare da quelli di cui agli artt. 2 e 3. Il secondo problema qui segnalato consiste nel fatto che la crimmigration è radicalmente priva di autorità nei confronti dello straniero, poiché aspira solo ad escluderlo, mentre l’autorità è per sua natura inclusiva; questo si traduce, per un verso, in una carenza di legittimazione dell’intera pratica rispetto allo straniero stesso e, per altro verso, in una più specifica carenza di legittimazione dell’uso del diritto penale quale aspetto di essa, se è vero che il diritto penale, per Costituzione (art. 27, comma 3), deve tendere al reinserimento sociale del condannato.