La tesi di fondo dell’articolo è che, in relazione all’amministrazione, alla gestione e alla destinazione dei beni sequestrati e confiscati si sia giunti a un intreccio dei ruoli tra magistratura e autorità amministrative, che si riflette nell’organizzazione, nella composizione e nelle attività dell’Agenzia nazionale. In particolare, quest’ultima dovrebbe svolgere essenzialmente funzioni manageriali, che attengono alla gestione di beni mobili, immobili e aziendali. La sua organizzazione in concreto, al contrario, sembra in larga misura concepita per lo svolgimento di funzioni di ordine pubblico, il che spiega tanto la compresenza, negli organi di governo dell’Agenzia, di soggetti provenienti dalle magistrature e dalle prefetture, quanto il fatto che il personale dell’Agenzia sia composto per lo più da dirigenti e funzionari in distacco da altre amministrazioni centrali dello Stato. Il disallineamento, nell’Agenzia, tra le funzioni manageriali normativamente previste e l’organizzazione dettata da logiche di ordine pubblico comporta una serie di inefficienze nella gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata.
La gestione dei beni sequestrati e confiscati tra magistratura e Agenzia nazionale
di Giorgio Mocavini