«Capaci e meritevoli». Misurare e valutare il merito nelle pubbliche amministrazioni

di Dario Bevilacqua

La selezione dei dipendenti pubblici deve seguire criteri d’imparzialità, ai sensi dell’art. 97 Cost.: non solo per soddisfare i principi di parità di trattamento ed eguaglianza, scegliendo in modo equo, senza favoritismi o privilegi, ma anche con lo scopo di scegliere i migliori, rectius: i più adatti. Come si individuano i candidati da reclutare e da premiare? Chi eccelle in un campo o in una disciplina o, invece, chi possiede qualità, attitudini e indole utili a svolgere determinate attività? E come si misurano queste caratteristiche? L’articolo prende in esame questi aspetti, analizzando criticamente sia gli strumenti di reclutamento, sia le valutazioni interne a fini di promozione o regressione, per poi concentrarsi su alcune recenti riforme innovative nel settore, nonché su alcuni modelli adottati nel Regno Unito, al fine di ipotizzare metodi per migliorare la selezione dei più adatti. Oltre al ruolo cruciale della misurazione, si insiste sul fatto che il merito deve essere letto e applicato attraverso il filtro dell’efficienza, così da scegliere i più adatti senza discriminazioni e ridurre la carica divisiva ed escludente che lo stesso criterio meritocratico importa, rendendolo coerente con il principio di uguaglianza.