Lo stato di salute di internet: uno sguardo della Mozilla Foundation

L’Internet Health Report della Mozilla Foundation per il 2020 analizza i vari problemi che affliggono la rete e i servizi che operano su di essa. Fra questi, i fenomeni maggiormente negativi sono quelli connessi al gig working e alle connesse riduzioni delle tutele per i lavoratori, quelli relativi alla scarsa trasparenza delle grandi aziende del digitale e il problema del cosiddetto built-in racial bias, che affligge sia i software che le aziende stesse. Il report segnala, altresì, i rischi derivanti dalla eccessiva concentrazione sul mercato che si sta formando fra le imprese che operano su internet.

 

 

L’Internet Health Report della Mozilla Foundation per il 2020 rappresenta un documento molto interessante per valutare le linee evolutive del web. Il focus del report, infatti, riguarda «an online ecosystem that is increasingly compromised by racial bias, misinformation and anti-worker policies, but one that still has the potential to create a more just, equitable and humane society».

Di conseguenza, la fondazione individua tre grandi pericoli per la salute di internet: i danni per i diritti dei lavoratori derivanti dal gig working, il racial bias e la scarsa trasparenza delle Big tech companies. Questi tre pericoli mostrano una profonda carenza di intervento pubblico nel settore, che sarebbe quantomai necessaria.

Il modello del gig working (già affrontato qui), infatti, ha compresso significativamente la posizione dei lavoratori, introducendo salari molto più bassi, riducendo le tutele legali al minimo e sottoponendo i dipendenti ad algoritmi «capricciosi». Gli algoritmi che regolano la vita lavorativa dei gig workers, infatti, raccolgono in segreto molti dati dei dipendenti, regolano gli orari di lavoro in modo da impedire la sindacalizzazione dei lavoratori e usano i dati raccolti per sanzionare imprevedibilmente i comportamenti ritenuti non conformi.

Il cosiddetto built-in racial bias, invece, a detta della fondazione sta esacerbando le discriminazioni. Secondo Mozilla «example after example revealed that the internet and artificial intelligence are neither colorblind nor neutral», come i software di riconoscimento facciale che spesso identificano male i volti di colore, i risultati dei motori di ricerca che rafforzano stereotipi pericolosi o la diversificazione della forza lavoro nel settore che resta molto bassa.

Per quanto riguarda la scarsa trasparenza delle grandi imprese, la fondazione ha segnalato che la conseguenza più evidente di questo pericolo è la diffusione della disinformazione e dei problemi che ne derivano. Vari eventi, come le manifestazioni di Capitol Hill, hanno tratto forza da reti di utenti probabilmente fasulle (botnet) e tutelate dalla scarsa trasparenza dei social che le ospitavano. Più in generale, le intelligenze artificiali più potenti del mondo, gli algoritmi su cui si fondano i social network come Facebook e YouTube, non possono essere conosciuti, nonostante questi influenzino la vita e il pensiero di miliardi di persone senza alcuna forma di responsabilità.

Il report, peraltro, ha evidenziato una serie di altre questioni. L’infrastruttura fondamentale di internet appare sostanzialmente controllata da stette aziende: Alibaba, Alphabet, Amazon, Apple, Facebook, Microsoft and Tencent. Il fenomeno risulta ancora più evidente se si nota che Facebook controlla le quattro social platform più diffuse (Facebook, Instagram, Messenger from Facebook e WhatsApp), mentre anche aziende apparentemente autonome come Netflix utilizzano i c.d. Amazon Web Services. La concentrazione sul mercato, quindi, appare eccessiva. D’altro canto, questi fenomeni sembrano provocare alcune reazioni, come proteste dei lavoratori, divieti per tecnologie come la facial recognition e controversie sempre più numerose in materia antitrust (come quelle menzionate qui, qui, qui e qui).

Altri problemi segnalati dal report riguardano l’instabilità della rete internet a livello generale, afflitta da un blackout più o meno severo ogni giorno in più parti del mondo e l’incremento della censura, della manipolazione dei contenuti e della sorveglianza sui cittadini tramite internet.

Solana Larsen, una delle curatrici dell’Internet Health Report 2020 ha affermato che «Nel 2020 abbiamo avuto modo di sperimentare direttamente quanto internet ormai sia essenziale per la sopravvivenza quotidiana, ma allo stesso tempo ci siamo resi conto di quanto questo possa danneggiare irreparabilmente la società, sostenendo la diffusione della pandemia o corrompendo la democrazia e comprimendo i diritti umani e i diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo, l’Internet Health Report rivela che persone, progetti e politiche in tutto il mondo mostrano come sia possibile migliorarlo».

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