Il MISE, il COBUL e la pandemia: il Piano Voucher per la banda ultra larga

Tra gli strumenti utilizzati dal Governo italiano per far fronte all’emergenza derivante dal Covid-19 – e, in particolare, per garantire alle famiglie meno abbienti di poter fruire dei servizi di connessione ad Internet a banda ultra larga, nonché di dotarsi di un pc o un tablet – merita menzione il Piano Voucher per la connessione alla banda ultra larga. Il Piano è promosso dal Ministero dello sviluppo economico, che ne ha affidato la realizzazione alla sua società in house Infratel Italia S.p.a., ed è stato di recente approvato dal Comitato Banda Ultra Larga (CoBUL).

 

 

Il Governo, al fine di fronteggiare l’attuale situazione emergenziale derivante dalla pandemia da Covid-19 e per supportare le situazioni di maggiore difficoltà e di bisogno, ha realizzato il Piano Voucher per la connessione alla banda ultra larga da parte delle famiglie meno abbienti, promosso dal Ministero dello sviluppo economico (Mise) con decreto del 7 agosto 2020 che durerà fino all’esaurimento delle risorse e, comunque, non oltre un anno dall’avvio dell’intervento (su Covid-19, si veda B. Bontempi, Coronavirus: il progetto di solidarietà digitale del Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione; B. Carotti, L’emergenza e le forme di cooperazione; C. Ramotti, Il processo amministrativo dell’emergenza Covid-19; G. Sgueo, Pandemia e Parlamenti digitali).

Nell’articolo 1 del decreto si prevede che il Mise promuove il Piano voucher per le famiglie meno abbienti – consistente in un intervento di sostegno alla domanda per garantire la fruizione di servizi di connessione ad Internet in banda ultra larga da parte delle famiglie con ISEE inferiore ai 20.000 euro – e ne affida la realizzazione delle attività alla società in house Infratel Italia S.p.a.

All’articolo 3 è specificato che alle famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro è riconosciuto un unico contributo massimo di 500 euro da utilizzarsi quale sconto sul prezzo di vendita dei canoni di connessione ad internet in banda ultra larga per un periodo di almeno dodici mesi e dei relativi servizi di attivazione, nonché per la fornitura di dispositivi elettronici e di un tablet o un personal computer. Il contributo è erogato nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, per la fornitura di servizi di connettività ad almeno 30 Mbit/s in download alle famiglie che non detengono alcun contratto di connettività o che ne detengono uno a banda larga di base, da intendersi come inferiore a 30Mbit/s in download.

Tali servizi possono essere offerti da tutti gli operatori che forniscono, a qualsiasi titolo, servizi internet su reti a banda larga ad almeno 30 Mbit/s in download. Gli operatori che siano interessati a offrire tali servizi devono iscriversi in un apposito Elenco a partire da trenta giorni dalla data di operatività di un portale telematico messo a disposizione da Infratel Italia S.p.a., siglando una convenzione con quest’ultima ai sensi dell’articolo 6 del decreto.

I soggetti che intendano beneficiare del contributo devono presentare presso uno dei canali di vendita di cui all’Elenco suddetto apposita richiesta, corredata dalla copia del proprio documento di identità e una dichiarazione sostitutiva attestante che il valore dell’ISEE del nucleo familiari non superi i limiti richiesti (articolo 7) e il Mise procede alla successiva verifica a campione della sussistenza dei requisiti (articolo 9).

Il Piano è stato recentemente approvato dal Comitato per la Banda Ultra Larga (CoBUL), coordinato dal Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, e la relativa attuazione è stata demandata a Infratel Italia S.p.a.

CoBUL è il Comitato interministeriale costituito per coordinare la Strategia italiana per la banda ultra larga, approvata nel marzo 2015. Tale piano si pone l’obiettivo di sviluppare una rete in banda ultra larga che sia diffusa sull’intero territorio nazionale, con lo scopo di ridurre il gap infrastrutturale esistente in alcune aree del Paese. Il Comitato interministeriale è composto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero per la Pubblica Amministrazione, dal Ministero per gli Affari Regionali e Autonomie, dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dal Presidente della Conferenza delle regioni e delle Province autonome e da Infratel Italia e si avvale del supporto tecnico dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e dell’Agenzia per la coesione territoriale (su digitalizzazione e amministrazioni centrali, si veda V. Bontempi, L’organizzazione dell’amministrazione centrale in materia di innovazione tecnologica e digitalizzazione; S. Del Gatto, La collaborazione MIUR-Microsoft per i servizi digitali alla scuola).

A tal proposito, occorre tenere in considerazione l’importante ruolo svolto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Per la realizzazione della strategia italiana suddetta, infatti, sono stati affidatati all’Autorità due compiti fondamentali.

Il primo consiste nella definizione delle condizioni economiche e tecniche di accesso all’infrastruttura, portata a termine con le Linee giuda per le condizioni di accesso wholesale alle reti a banda ultra larga destinatarie di contributi pubblici, di cui alla delibera n. 120/16/CONS.

Il secondo riguarda la vigilanza sull’effettiva qualità dei servizi erogati e la massimizzazione della loro penetrazione sul territorio, attraverso il sistema realizzato dall’Autorità e denominato Broadband Map. In particolare, il decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con la legge 21 febbraio 2014, n. 9, ha dato all’Agcom il mandato di costituire una banca dati di tutte le reti di accesso ad Internet esistenti sul territorio nazionale, quale strumento utile all’elaborazione di soluzioni innovative che siano volte a colmare il divario digitale in relazione alla banda larga e ultra larga. Ha fatto seguito l’avvio, da parte dell’Autorità, di un progetto pilota con i principali operatori. Per il mezzo di quest’ultimo sono stati definiti e collaudati i formati di scambio, le metriche di misurazione, le modalità di acquisizione, il conferimento e l’aggiornamento delle informazioni e le relative tecniche per la gestione dei flussi informativi in ingresso e uscita. La banca dati offre dunque la possibilità di analizzare, a beneficio degli utenti, lo stato di sviluppo dell’offerta di accesso ad Internet, nonché la possibilità di fare valutazioni comparative sulle diverse tecnologie.

Il Piano voucher rappresenta quindi una misura che può avere una positiva ricaduta sull’accesso alla didattica digitale in favore delle famiglie in cui siano presenti studentesse e studenti, che possono fruire, al tempo stesso, sia di un dispositivo adeguato sia della relativa connettività per almeno un anno. Le famiglie con i requisiti richiesti, a partire dal 9 novembre scorso, possono richiedere l’attivazione di un’offerta per la fruizione del voucher.

Tale piano, comprendente oltre 400.000 nuclei familiari beneficiari e che è comunque sottoposto a risorse limitate e definite a livello regionale, risulterà sicuramente più efficace nei confronti delle offerte delle famiglie maggiormente tempestive, che riusciranno con più facilità ad accedere al voucher a partire dalla fine di novembre.

Sebbene quindi le risorse siano piuttosto ridotte, tale misura varata dal Governo è volta a limitare il rischio di discriminazione nell’accesso ai servizi offerti ormai principalmente in via telematica e a garantire l’effettivo godimento da parte del maggior numero di studenti possibili del diritto all’istruzione di cui all’articolo 34 della Costituzione.

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