Lo Stato Digitale nel PNRR – Il rafforzamento delle competenze digitali del personale della PA

Il 27% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale, sviluppata lungo due assi: la banda ultra-larga e la trasformazione della PA in chiave digitale. Altri fondi sono destinati dal Piano all’innovazione digitale di infrastrutture, il fisco, sicurezza, sanità pubblica, turismo e cultura, sistema scolastico e ricerca universitaria. L’Osservatorio propone una ricognizione dei principali interventi di digitalizzazione del PNRR, del loro impatto sulle amministrazioni, dei tempi di realizzazione e del confronto con misure analoghe adottate da altri paesi europei. In questo post presentiamo il tema del rafforzamento delle competenze digitali del personale della PA. Il PNRR prevede di stanziare 0,49 miliardi di euro, per attuare la riorganizzazione e razionalizzazione dell’offerta formativa; il potenziamento della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA); la creazione, per le figure dirigenziali, di specifiche Learning Communities e lo sviluppo di metodi di misura dell’impatto formativo a breve e medio termine.

 

Una Pubblica Amministrazione più efficiente, efficace, economica e trasparente non può prescindere dall’adozione di soluzioni tecnologiche moderne.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, si pone l’obiettivo di digitalizzare e modernizzare la PA (prevedendo lo stanziamento di 9,75 miliardi di euro), mediante la realizzazione di infrastrutture digitali, banche dati interoperabili, piattaforme e servizi efficaci, pienamente accessibili e sicuri (per un approfondimento, si veda qui, qui e qui su questo Osservatorio).

Gli sforzi per la trasformazione digitale, tuttavia, devono essere accompagnati da misure di formazione del personale. “Sulle persone si gioca il successo non solo del PNRR ma di qualsiasi politica pubblica indirizzata a cittadini e imprese”: è così che il Piano nazionale annuncia l’attuazione di misure per lo sviluppo e l’acquisizione di (nuove) competenze per i dipendenti pubblici, determinanti per la piena realizzazione di ogni riforma (per le competenze digitali, l’Italia ha anche presentato una Strategia nazionale: in particolare, ne abbiamo parlato qui su questo Osservatorio).

Anche la Commissione europea ha indicato tra le sfide comuni che ogni Stato deve affrontare all’interno dei rispettivi Piani nazionali il reskill and upskill”: cioè, l’apprendimento di nuove competenze (reskilling) e il miglioramento di quelle esistenti per accedere a mansioni più avanzate (upskilling) al fine di sostenere la transizione digitale.

Tale obiettivo va in netta controtendenza rispetto al recente passato. Negli ultimi anni, infatti, nella nostra PA si è registrato un taglio notevole delle spese per l’istruzione e la formazione, determinando la carenza di un personale costantemente aggiornato. In 10 anni gli investimenti relativi alla formazione si sono quasi dimezzati, passando da 262 milioni di euro nel 2008 a 164 milioni nel 2019, con una media di 48 euro per dipendente.

Inoltre, nel 2018, i fondi legati alle ICT (information and communications technology) – fondamentali per concretizzare il passaggio ad una amministrazione digitale – sono stati erogati solo al 7,3 per cento dei dipendenti della PA locale, con una diminuzione dello 0,4 per cento rispetto al 2015.

Per garantire la transizione digitale nella PA, dunque, il programma di riforme e investimenti del PNRR si muove su quattro assi principali: accesso, buona amministrazione, competenze e digitalizzazione.

Con riguardo al terzo punto, il Piano mira a sviluppare all’interno della PA un capitale umano di assoluta eccellenza, adeguando conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze dell’amministrazione moderna, proponendosi i seguenti obiettivi:

  • miglioramento della coerenza tra competenze e percorsi di carriera;
  • attivazione dei percorsi formativi, individuati in base alle effettive esigenze dell’amministrazione, differenziati per target di riferimento, altamente qualificati e certificati all’interno di un sistema di accreditamento;
  • incremento della cultura tecnico-gestionale degli amministratori, con misure volte a stimolare l’adozione di un approccio consapevole e proattivo alla transizione digitale.

Gli investimenti dedicati al raggiungimento di tali obiettivi, che saranno pari a 0,49 miliardi di euro, dunque, agiscono su diverse azioni complementari e sinergiche.

In primo luogo, sarà messa a disposizione un’ampia offerta di corsi online (almeno 100) per il reskilling e l’upskilling del capitale umano (Massive Open Online Cours, MOOC), che si concentreranno sulle priorità del PNRR (trasformazione digitale, transizione green, innovazione sociale) e sulle competenze manageriali necessarie per una pubblica amministrazione moderna ed efficace. I corsi saranno realizzati anche attraverso il potenziamento della SNA e mediante la creazione di partnership strategiche con Università ed enti di ricerca nazionali.

In secondo luogo, saranno introdotte, per le figure dirigenziali, “comunità di competenze” o Learning Communities (circa 20), al fine di condividere best practices sulla trasformazione digitale della PA, risolvendo casi concreti dell’amministrazione. I manager coinvolti (circa 100/150 per ogni community) saranno supportati nell’implementazione di progetti innovativi all’interno delle proprie amministrazioni, con la possibilità di usufruire anche di voucher formativi per completare il retraining del personale alla luce delle nuove esigenze organizzative e funzionali.

Infine, anche grazie al co-finanziamento dei Fondi Strutturali 2021 -2027, saranno supportate le amministrazioni di medie/piccole dimensioni (Provincie e Comuni da 25.000 a 250.000 abitanti) con progetti dedicati anche alla formazione delle competenze innovative del personale.

Con riguardo ai tempi di attuazione, le misure relative alla riforma sul rafforzamento delle competenze del personale, nonché del sistema di reclutamento, saranno prese entro il 2021. Già con il d.l. 80/2021, sono state previste, fino al 31 dicembre 2026, 268 unità di esperti al fine di attuare gli interventi di digitalizzazione nella pubblica amministrazione. Inoltre, lo sviluppo della pianificazione strategica dei fabbisogni per le principali amministrazioni è previsto a fine 2023, mentre la riforma dell’offerta formativa e le azioni a supporto delle medie amministrazioni saranno implementati per tutta la durata del programma fino al 2026.

L’esigenza di investire nella formazione e nelle competenze digitali dei dipendenti pubblici, in particolare, è fortemente sentita anche dalla Spagna, seconda beneficiaria del Recovery fund. Il Plan de recuperación, transformacion y resiliencia, infatti, prevede che verranno investiti 4.315 miliardi per la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche e presenta un pacchetto di riforme e investimenti volti a sviluppare le capacità digitali dei diversi livelli delle PA spagnole.

La formazione, dunque, rappresenta una dimensione costante e fondamentale per gestire i cambiamenti: pertanto, per garantire l’effettività delle riforme normative e una elevata qualità dei servizi è necessaria la presenza di un personale qualificato e aggiornato, attraverso un miglioramento dei percorsi di selezione, di reclutamento e di formazione del personale della PA (ne abbiamo parlato anche qui su questo Osservatorio).

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