Un software gestisce la popolazione carceraria dell’Arizona: quali le conseguenze?

L’Arizona Department of Corrections dal 2019 si serve dell’Arizona Correctional Information System – ACIS al fine di gestire la popolazione carceraria. L’utilizzo di questo software non si è tuttavia rivelato idoneo al raggiungimento di questo scopo, alla luce dei diversi bug che contiene.

 

Nel 2019, l’Arizona Department of CorrectionsADC ha stipulato diversi contratti con la società IT Business & Decision, North America, per elaborare e mantenere un software, l’Arizona Correctional Information System ACIS, in grado di agevolare la gestione della popolazione dei detenuti presenti nelle carceri statali dell’Arizona, calcolando le rispettive date di rilascio.

In seguito all’utilizzo di tale strumento sono stati riscontrati, quasi nell’immediato, numerosi bug (circa 14.000), tra cui il principale relativo alla mancata applicazione delle previsioni normative contenute in un emendamento statale del 2019. Mediante il Senate Bill 2019 è stato introdotto uno sconto di pena pari al 30% a favore di detenuti condannati per reati non violenti e che prendano parte a programmi di formazione, istruzione e recupero.

Come ripetutamente segnalato da alcuni informatori dell’ADC, il software non è in grado di recepire le previsioni dell’emendamento, di individuare i detenuti idonei alla partecipazione alle attività previste, di calcolare i crediti da loro ottenuti e i conseguenti sconti di pena a cui avrebbero diritto. Un elevato numero di soggetti quindi è – ed è stato – privato delle agevolazioni legislative concesse, venendo così lasciato in stato di detenzione.

Si ritiene che tale problematica sia dovuta alla mancata trasmissione di dati tra l’ACIS e il programma precedentemente usato dal sistema carcerario dell’Arizona.

Tale disservizio era evidente a tutti i tecnici che gestiscono il sistema, ma è stato, tuttavia, inizialmente sottaciuto in ragione delle ingenti risorse destinate al finanziamento del software in questione (secondo una  presentazione del 2019 del Joint Legislative Budget Committe, l’ADC avrebbe speso più di 24 milioni di dollari per sostituire il precedente sistema di gestione dei detenuti). Solo nell’ottobre 2020, in seguito a numerose segnalazioni, è stato elaborato un dettagliato rapporto di esposizione del bug.

La notizia dell’inefficienza di ACIS è stata di recente diffusa dalla stazione radio di Phoenix, Kjzz. Nell’articolo di denuncia si legge che attualmente non è stato ancora corretto l’errore di sistema, bensì i dipendenti dell’Arizona Department of Corrections stanno procedendo ad un’identificazione manuale di tutti i detenuti potenzialmente idonei ad ottenere lo sconto di pena. La correzione informatica del bug richiederebbe infatti un elevato numero di ore di riprogrammazione del software, e ulteriori risorse finanziarie.

Il Dipartimento di correzione dell’Arizona ha dunque diffuso un software non ancora del tutto collaudato e notoriamente non idoneo a svolgere le funzioni per cui è stato programmato.

Ciò che è necessario evidenziare è, da un lato, la preminenza di interessi economici che guida l’impiego e la divulgazione di simili strumenti, in luogo di finalità sociali e solidaristiche; e dall’altro la fallibilità di sistemi informatici a cui viene affidata la sorte delle vite umane, come in questo caso quella dei detenuti (ne abbiamo parlato qui, qui e qui).

Fino a che punto la tecnologia può guidare scelte così decisive? E dove è necessario l’intervento umano?

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