Il ‘Chi è Chi’ della tecnologia nell’amministrazione italiana – il caso del Ministero dell’Istruzione

Qual è lo stato di avanzamento delle amministrazioni italiane nella pratica tecnologica? A che punto siamo? Conosciamo i dati aggregati, sappiamo quali lacune è urgente colmare e quali obiettivi considerare prioritari. Manca invece – o è approssimativa – un’analisi granulare, attenta alla permeabilità delle amministrazioni italiane rispetto alle tecnologie di uso corrente. Il censimento dell’Osservatorio propone una preliminare, ma necessaria, mappatura delle tecnologie in uso nelle pubbliche amministrazioni centrali, a servizio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. L’analisi è basata prevalentemente sui dati disponibili presso i siti web delle amministrazioni interessate. Può dunque presentare lacune o mancanze – che si provvederà a colmare in una seconda fase. In questo post presentiamo il Ministero dell’Istruzione. L’analisi include 14 casi, relativi, per oltre la metà, all’uso di documenti digitali.

 

L’analisi delle tecnologie in uso presso il Ministero dell’Istruzione (qui gli screenshot dell’indagine – n. 1, n. 2, n. 3) è stata condotta attraverso la consultazione del sito istituzionale: questa ha consentito di censire quattordici casi, riferiti per oltre la metà all’uso di documenti digitali.

In analogia con quanto rilevato per il Ministero dell’interno (ne abbiamo parlato QUI), in molti casi, in una serie di sezioni del sito, divise a loro volta in sottosezioni, sono pubblicati una pluralità di documenti digitali. Questi sono al servizio delle scuole e degli adempimenti cui esse devono assolvere; dei docenti, per acquisirne il punto di vista; delle famiglie, per fornire loro informazioni ai fini della scelta della scuola per i propri figli.

Un esempio del primo tipo è quello della sezione del sito dedicata alla didattica a distanza-DAD. Questa, divisa al suo interno in sette sottosezioni più o meno articolate a seconda dei casi, intende prestare supporto alle scuole che vogliano attivare la DAD nel periodo di chiusura dovuto al COVID. Contiene materiali, strumenti e webinar per poter attivare la DAD.

Un esempio del secondo tipo, quello della documentazione al servizio dei docenti, si ha nella sezione del sito PON 2014-2020 per la scuola. Questa comprende, tra l’altro, un questionario rivolto agli insegnanti, per comprenderne i bisogni informativi, acquisirne il parere, riceverne informazioni per l’attuazione degli interventi maggiormente utili alla didattica quotidiana.

Un esempio di documentazione rivolta alle famiglie, infine, si ha nella sezione del sito “Scuola in chiaro”. Qui, infatti, si ha la possibilità di ricercare le scuole, raggrupparle su base geografica e per tipo di istruzione impartita, e, quindi, porle a confronto tra loro sulla base di una pluralità di indicatori (dimensioni, servizi, strutture sportive, biblioteche, aule, laboratori, ecc.)

Le famiglie, poi, attraverso il ricorso alla diversa tecnologia del pagamento digitale, possono avvalersi del servizio “Pago in rete”, per pagare i contributi e le tasse per servizi scolastici. Il servizio “Pago in rete”, più in generale, erogato attraverso una apposita sezione del sito, è il servizio centralizzato per i pagamenti telematici del ministero dell’istruzione.

Una altra ipotesi di pagamento digitale si trova nella sezione del sito “Carta del docente”. Questa è una carta elettronica, messa a disposizione dei docenti di ruolo delle scuole per l’aggiornamento e l’informazione, per un importo di 500 euro annui. Con la Carta, il docente può acquistare una serie di beni e servizi indicati nel sito stesso. La condizione per l’acquisizione della Carta, però, è il possesso dello SPID: uno dei tre casi nei quali, secondo le informazioni fornite dal sito, il Ministero fa ricorso all’identità digitale. Negli altri due casi, l’identità digitale è condizione per l’avvio di una procedura digitale.

Secondo la terminologia adottata in questa indagine, l’uso della tecnologia è sempre esterno, in quanto strumentale ai rapporti tra il Ministero, da un lato, le scuole, gli insegnanti, gli studenti e le famiglie, dall’altro.

Largamente, prevalente, anche la partecipazione degli interessati, ma la lettura di questo dato deve tenere conto del diverso significato che la partecipazione assume nei diversi casi: talvolta, la partecipazione si risolve nell’avvio di un procedimento amministrativo; altre volte, nella fruizione di un beneficio economico; altre volte, in senso lato, sono considerati partecipanti, in senso lato, i destinatari di informazioni, di attività di formazione o di supporto rese dal Ministero, con il ricorso alla tecnologia.

Quanto al fornitore della tecnologia, al pari di quanto rilevato per il Ministero della giustizia (ne abbiamo parlato QUI), non si ricavano indicazioni dal sito.

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