Lo Stato Digitale nel PNRR – Il 5G

Il 27% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale, sviluppata lungo due assi: la banda ultra-larga e la trasformazione della PA in chiave digitale. Altri fondi sono destinati dal Piano all’innovazione digitale di infrastrutture, il fisco, sicurezza, sanità pubblica, turismo e cultura, sistema scolastico e ricerca universitaria. L’Osservatorio propone una ricognizione dei principali interventi di digitalizzazione del PNRR, del loro impatto sulle amministrazioni, dei tempi di realizzazione e del confronto con misure analoghe adottate da altri paesi europei. In questo post presentiamo la rete 5G. Il PNRR prevede 6,71 miliardi di euro per realizzare Interventi sule reti a banda ultra-larga, di cui 2,02 miliardi per lo sviluppo del 5G.

  1. Premessa

La rete internet di Quinta Generazione (5G) consente di aumentare la velocità della connessione, ma soprattutto la sua stabilità. Si tratta della prima vera possibilità di concretizzare il c.d. Internet delle cose: comandare a distanza operazioni in ogni campo (industriale, sanitario ma anche in diversi comparti terziari) con alta affidabilità di rete. Questa rivoluzione comporta effetti trasversali in diversi contesti, non ultimo quello urbanistico, in quanto le infrastrutture di rete richiederanno un approccio più capillare rispetto alle antenne di quarta generazione; nei rapporti di lavoro e nelle abitudini sociali.

Rappresenta un elemento strategico per lo Stato e per l’Unione europea, in quanto da esso dipende lo sviluppo concreto di infrastrutture, servizi, sicurezza, modelli economici con un impatto anche sull’evoluzione dei rapporti politici tra i cittadini e tra essi e le istituzioni politiche (delle cui dinamiche si può osservare un’anteprima rispetto all’impatto dei Social Network sul processo di formazione del consenso politico) davvero nuove rispetto a quelle otto-novecentesche.

Il PNRR propone lo sviluppo di un’infrastruttura di reti fisse e mobili ad altissima capacità (VHCN, Very High Capacity Network), tra cui il 5G, prevalentemente nella Missione n. 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” per la quale, in totale, sono stanziati 49,86 miliardi, di cui 40,32 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, 0,8 dal programma REACT-EU e 8,74 dal Fondo complementare europeo.

Vale la pena premettere, in generale, la natura trasversale dell’intera Missione n. 1, la quale ha un impatto non solo sull’industria-infrastrutturale, ma anche rispetto allo sviluppo economico-politico delle aree meridionali, insulari e i territori interni della Repubblica, le quali beneficeranno maggiormente di tale sviluppo. Inoltre, nel Piano si specifica che è previsto un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi in modo da accompagnare l’investimento e rendere più spedita la diffusione delle nuove infrastrutture tecnologiche sul territorio. Per quanto attiene alla governance del Piano, infine, è utile osservare come il coordinamento sia affidato al Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD), istituito con il decreto-legge del 1°marzo 2021, n. 22, presieduto dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.

Nell’ambito della missione, il PNRR stanzia, per la Componente n. 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”, 30,57 miliardi di euro (di cui 23,89 propri del PNRR, 0,8 dal programma REACT-EU e 5,88 dal Fondo complementare europeo).

Di questi, sono dedicati all’Investimento n. 3 “Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G)” risorse pari a 6,71 miliardi di euro. Il costo complessivo stimato, si legge in un Dossier parlamentare, è pari a 9,106 milioni di euro, ai quali si aggiungono 2,400 milioni di finanziamenti privati.

L’obiettivo consiste nella realizzazione di connessioni in grado di trasferire 1 Gbps (gigabit per secondo) in download e 200 Mbps (megabit per secondo) in upload su tutto il territorio nazionale, garantendo anche la copertura di rete 5G in tutte le aree popolate entro il 2026, con quattro anni di anticipo rispetto all’obiettivo dichiarato dalla Commissione europea nella comunicazione Digital Compass (2030).

L’Investimento si compone di cinque interventi. Si tratta di interventi che incidono sulla connessione internet senza sostituire i Progetti e i Bandi attualmente previsti e in corso di sviluppo.

  1. Italia 5G

Il più interessante dei cinque interventi, in questa sede, è l’obiettivo di incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G.

Si articola secondo due direttrici principali. La prima consiste nella realizzazione di questa rete nelle aree mobili a fallimento di mercato, utilizzando 1 miliardo di euro con il Piano “Italia 5G” in senso stretto, la parte principale dei 1,02 miliardi stanziati complessivamente per l’intero intervento. La seconda direttrice intende abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo, realizzando la rete lungo circa 2.650 km di corridoi di trasporto europeo, per cui sono previsti 420 milioni di euro, e 10.000 km di strade extra-urbane, per cui si stanziano 600 milioni di euro.

I fondi sono ripartiti in 77,5 milioni per il 2022; 155 milioni per il 2023 e il 2024; 555 milioni per il 2025; 1.077,5 milioni per il 2026.

Questi ambiziosi obiettivi sono scanditi secondo una tabella di marcia. La prima fase, entro il secondo trimestre del 2021, prevede una mappatura per identificare le infrastrutture 4G e 5G già operative e la conseguente pianificazione attraverso un questionario di informazioni sulle reti esistenti o pianificate sull’intero territorio nazionale. La seconda consiste in una consultazione pubblica aperta sul regime di intervento e sulle aree target, da svolgersi nel terzo trimestre del 2021. Nel corso del primo trimestre del 2021 si prevede la notifica alla Commissione europea e il lancio della gara; mentre nel trimestre successivo la chiusura della gara, l’aggiudicazione e la firma del contratto. Il Piano stima di raggiungere l’attuazione del 20% nel terzo trimestre 2023; il 60% nel primo trimestre del 2025; il completamento nel secondo trimestre del 2026.

  1. Gli altri 4 interventi previsti dall’Investimento come strumentali al 5G

Gli altri interventi previsti dall’Investimento sono relativi alla connessione internet veloce e possono essere considerati strumentali alla corretta implementazione della rete 5G, in omaggio anche al principio di neutralità tecnologica che il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale intende utilizzare come punto di riferimento di base.

È utile osservarli rapidamente per completare il quadro ed avere una rapida cognizione dello sviluppo di reti e connettività internet previsto dal PNRR.

a) La connettività a 1 Gbps, attraverso il Piano “Italia a 1 Giga”.

Il PNRR stanzia 3.863,5 milioni di euro, ripartiti tra il 2022 e il 2026 (482,9 nel 2022; 415,9 nel 2023; 965,9 nel 2024; 1.515,9 nel 2025; 482,9 per il 2026) ai quali si aggiungono 1.600 milioni di finanziamenti privati stimati. L’iniziativa intende implementare la connessione ad alta velocità e la rete 5G anche nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato (si tratta di aree più o meno connesse, secondo la distinzione elaborata dalla Commissione europea e contenuta nella Strategia italiana per la banda ultralarga). Queste aree comprendono circa 450.000 unità immobiliari che si trovano nelle c.d. aree sparse, remote, non ricomprese nei bandi approvati in precedenza sul tema. I destinatari dell’obiettivo sono circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti.

b) Completamento del Piano “Scuola connessa”.

Sono stanziati 261 milioni (87 per il 2022; 43,5 per ciascun anno dal 2023 al 2026) per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps a 9.000 edifici scolastici non attualmente ricompresi nei bandi e progetti in corso (circa il 20 per cento del totale).

c) Piano “Sanità Connessa”.

501,5 milioni di euro servono per sostenere l’obiettivo di assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) ai punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale (circa 12.000). Lo stanziamento è ripartito in 83,6 nel 2022, 167,2 per il 2023 e il 2024, e 83,6 per il 2025.

d) Isole minori connesse

Sono stanziati 60,5 milioni per completare il backhauling sottomarino in fibra ottica di 18 isole minori. Il Piano prevede l’investimento di 16,5 milioni nel 2021 e 22 milioni sia nel 2022, sia nel 2013. Anche in questo caso è prevista una consultazione pubblica sullo schema d’intervento, seguita dal lancio e dalla chiusura della gara.

  1. Altre esperienze europee

Il Plan national de relance et de résilience francese considera la “strategia 5G” nell’ambito degli strumenti della Composante 6 – Souveraineté technologique et résilience.

In questo contesto, si propone di sviluppare usi del 5G in settori industriali all’avanguardia (industria del futuro, trasporti, agricoltura, energia, salute, ecc.) e supportare la domanda di servizi e infrastrutture in “territori intelligenti”. Inoltre, si propone di sviluppare un’offerta sovrana francese sulle reti di telecomunicazioni entro il 2022-2023 e implementare ricerca e sviluppo all’avanguardia oltre il 5G e il 6G (tecnologie di rete future, connettività eterogenea di oggetti connessi, reti di efficienza energetica, ecc.), soddisfare le esigenze di competenze in progettazione e per la realizzazione delle reti del futuro. Per questo obiettivo sono previsti 300 milioni di euro. Si rinvia all’analisi della Commissione europea per una sintesi efficace.

Il Deutscher Aufbau und Resilienzplan (DARP) tedesco segue l’approccio francese, impostando tuttavia lo sviluppo delle reti 5G alla sicurezza tedesca ed europea, collegandolo anche alla ricerca e allo sviluppo. Come si legge in una Analisi del DARP della Commissione europea, «la Germania è il primo Stato membro dell’UE che ha completamente assegnato lo spettro delle bande pioniere identificate a scopi 5G». Tuttavia, un divario digitale urbano-rurale persiste ancora, e la copertura della fibra ad altissima velocità (13,8% a metà del 2020) sta aumentando lentamente. Per affrontare il divario digitale tra le regioni, il governo ha lanciato un programma di finanziamento federale per l’espansione della banda larga. L’obiettivo è quello di fornire una copertura completa della rete gigabit a livello nazionale entro il 2025.

Il Piano spagnolo, converge sette strumenti strategici costitutivi della Agenda digitale spagnola 2025 (Piano di Connettività; la strategia di promozione del 5G; la strategia nazionale di intelligenza artificiale; il piano Nazionale delle Competenze Digitali; il Piano di Digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni; il Piano di Digitalizzazione delle PMI; il Piano del Polo Audiovisivo Spagnolo).

L’obiettivo della Componente 15 (Connettività digitale) è di colmare il divario digitale tra le aree urbane e rurali e consentire il pieno potenziale della connettività 5G, per cui è previsto un budget di quasi 4 miliardi di euro. In particolare, per sviluppare la copertura delle reti fisse ultraveloci a più di 100 Mbps/s in alcune zone della Spagna, sono stanziati 812 milioni di euro; mentre, per rafforzare la connettività dei centri industriali e logistici, si stanziano 480 milioni di euro. Il Piano intende implementare, infine, la rete 5G lungo le sezioni transfrontaliere con Francia e Portogallo e lungo i principali corridoi di trasporto nazionali; il sostegno alla connettività di PMI e di gruppi vulnerabili attraverso voucher per la connettività digitale (con 80 milioni di euro) e azioni per rafforzare le capacità di sicurezza informatica di cittadini, professionisti e PMI (con 524 milioni di euro).

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