Le opportunità offerte dalla tecnologia secondo la Task force del B20 sulla trasformazione digitale

“La tecnologia è qui per offrirci un’incredibile opportunità”, così la Task Force sulla Trasformazione Digitale del B20, presieduta da Maximo Ibarra, esordisce davanti ai leader del G20, presentando un rapporto nel quale emerge il potenziale della tecnologia digitale. Nonostante gli importanti passi in avanti fatti nel settore della tecnologia, però, la digital transformation ancora deve essere pienamente realizzata: per tale ragione la Task Force avanza quattro raccomandazioni, con l’obiettivo di ridurre il divario digitale, favorire l’accesso alla connettività, implementare le competenze digitali e ampliare la portata delle infrastrutture.

 

La trasformazione digitale sta diventando sempre di più un motore globale di crescita economica sostenibile: basti pensare che nel triennio 2020/2023 oltre il 60% del PIL a livello mondiale sarà generato grazie al contributo delle tecnologie digitali.

Per consentire questa crescita, secondo Maximo Ibarra, già CEO di Wind e Sky, oggi a capo della Task Force “Trasformazione Digitale” del B20, il più autorevole degli Engagement Group istituiti dal G20, la connettività deve essere considerata un servizio essenziale per tutti.

Per il Chair della Task Force, in particolare, sono quattro le tendenze principali che stanno contribuendo ad espandere il potenziale e le opportunità legate alle tecnologie digitali:

  • l’aumento della popolazione digitale e connessa. La popolazione digitale globale, infatti, è quasi raddoppiata negli ultimi nove anni e si prevede che gli utenti di Internet cresceranno ancora di più (raggiungendo circa 5,3 miliardi nel 2023, con un aumento del 36% rispetto al 2021);
  • il miglioramento della qualità della connessione in tutto il mondo. L’evidenza mostra un impatto maggiore della banda larga fissa rispetto alla banda larga mobile: l’aumento del solo 10% della espansione della banda larga ha avuto un effetto diretto del +0,36-1,38% sulla crescita del PIL;
  • la crescente adozione di tecnologie di Big Data e intelligenza artificiale, che permettono di migliorare significativamente l’efficacia e l’efficienza delle aziende attraverso tecniche di apprendimento automatico e analisi avanzate per servire meglio i clienti. Il mercato dell’AI, cresciuto di quattro volte negli ultimi tre anni in cui ha raggiunto 2,3 miliardi di dollari nel 2020, dovrebbe raddoppiare entro il 2025 fino a 4,5 miliardi di dollari (per un approfondimento sul tema dei Big Data si veda qui, su questo Osservatorio).
  • la crescita dell’Internet of Things e dei casi d’uso Machine-to-Machine, i quali dovrebbero aumentare significativamente nei prossimi anni, rappresentando nel 2023 quasi il 50% dei dispositivi totali.

È indubbio che la pandemia Covid-19 abbia gettato un importante riflettore sul ruolo della trasformazione digitale, tuttavia, il suo potenziale ancora deve essere pienamente realizzato.

Secondo la Task Force sulla Digital Transformation sono ancora molteplici i limiti strutturali da superare: in particolare, la eterogenea qualità delle infrastrutture lascia ancora molte persone non connesse (per un approfondimento sullo stato attuale delle infrastrutture digitali, si veda qui su questo Osservatorio); il livello di alfabetizzazione digitale sia negli individui che nelle aziende è ancora molto basso (l’Italia, infatti, presenta ancora un divario digitale molto esteso rispetto alla media dei Paesi europei. Per un focus sulla Strategia nazionale per le competenze digitali adottata per far fronte, in modo organico ed integrato, ai ritardi nel processo di alfabetizzazione digitale della popolazione, si veda qui); in ultimo, anche la mancanza di fiducia nelle tecnologie digitali a causa di preoccupazioni per la sicurezza informatica e per la privacy incide ulteriormente sull’adozione di soluzioni digitali.

Per Ibarra, dunque, l’impegno del B20-Italia consiste nel liberare le potenzialità della trasformazione digitale. L’obiettivo è quello di consolidare le basi digitali e tecnologiche, assicurando una maggiore capacità e portata della rete, migliorando la qualità delle connessioni a livello mondiale e promuovendo una concorrenza leale lungo tutta la catena del valore digitale.

Al fine di guidare il cambiamento, dunque, sono state presentate al G20 quattro raccomandazioni politiche:

  1. Ridurre le disuguaglianze di connessione: nonostante la popolazione connessa sia in aumento, con l’uso di internet in crescita in tutte le aree del mondo, metà della popolazione è ancora offline (nel 2019 è stato stimato dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) che solo il 51% della popolazione mondiale era connessa). Nello sforzo di guidare il G20 verso azioni tangibili e d’impatto, l’ambizione del B20 sarebbe quella di raggiungere il 70% entro il 2024, attraverso la diffusione di una connettività a banda larga fissa, mobile e satellitare ad alta capacità e le partnership pubblico-private, per espandere in tal modo la copertura della rete mondiale e aumentare la capacità di connessione.
  2. Promuovere la fiducia nell’ecosistema digitale: l’evoluzione della tecnologia digitale sta alimentando nuovi cambiamenti, consentendo nuovi modelli di business, sostenendo l’innovazione e ridefinendo i confini tradizionali dell’industria. Affinché i mercati e i settori funzionino e interagiscano efficacemente, dunque, deve essere garantito un ambiente normativo equo, trasparente e paritario.

Inoltre, la capacità della rete, la copertura e la sicurezza sono diventate sempre più importanti. Con l’aumento del consumo di dati e delle attività essenziali svolte attraverso i canali digitali, infatti, è aumentato in maniera esponenziale il rischio di cyber-attacchi e di violazioni dei dati, divenendo essenziale proteggere efficacemente utenti e reti.

Tuttavia, la presenza di una regolamentazione internazionale disomogenea, comprese le diverse aree grigie all’interno delle giurisdizioni locali, riduce ancora la difesa globale contro i cyber-attacchi e impatta negativamente sulla fiducia complessiva nell’ecosistema digitale (guardando i dati del 2020, solo il 66% dei paesi del mondo ha attualmente almeno una legislazione sulla protezione dei dati in vigore. L’obiettivo per il B20 sarebbe quello di avere una copertura completa dei paesi del mondo entro il 2024). Si ritiene, pertanto, fondamentale incentivare il dialogo multilaterale tra i governi, le organizzazioni internazionali e le imprese per garantire un comportamento responsabile dello Stato nel cyber-spazio e ottenere un ampio consenso per l’uso di un quadro solido sugli strumenti di sicurezza.

  1. Sostenere il vantaggio digitale pubblico e privato: le tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale, l’Internet-of-Things, il Cloud, l’Edge e il Quantum Computing stanno crescendo a livello globale con un ritmo senza precedenti, creando nuove opportunità per governi, aziende, clienti e cittadini. Nel 2019, la percentuale di investimenti ICT sul PIL era del 5,2%. L’obiettivo del 2024 sarebbe quello di aumentare la spesa globale complessiva di circa 0,8 Tn di dollari raggiungendo il 6,5% di penetrazione ai valori attuali del PIL.

Per favorire ciò, il B20 chiede al G20 di rafforzare il coinvolgimento pubblico a lungo termine per stimolare la ricerca e lo sviluppo nelle nuove tecnologie, assicurando al contempo una fruttuosa cooperazione con il settore privato e promuovendo uno sviluppo tecnologico responsabile e sostenibile.

  1. Promuovere una società digitale pronta e inclusiva: con tale obiettivo, il B20 invita il G20 a definire strategie nazionali per affrontare il divario di competenze digitali nei settori pubblico e privato e migliorare l’offerta di competenze digitali nelle scuole e nelle università, al fine di promuovere la creazione di una forza lavoro digital-ready in grado di sfruttare il potere delle tecnologie digitali pur riconoscendo il rischio associato.

Per la Task Force, le competenze digitali sono essenziali per raggiungere nuovi livelli di produttività globale nei prossimi anni: infatti, mentre nel 2018 i laureati STEM rappresentano il 24% del totale dei laureati, l’ambizione è quella di raggiungere il 30% entro il 2024.

Lo skill mismatch e la corretta comprensione delle tecnologie, dunque, risultano imprescindibili in una società in cui le soluzioni digitali innovative vengono sempre più adottate nella vita lavorativa e ordinaria.

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