La NSA avrebbe chiesto ai suoi dipendenti di spiare il mondo “con dignità e rispetto”

Un articolo del giornale l’Intercept afferma che la National Security Agency (NSA), l’organizzazione degli Stati Uniti impegnata in attività di intelligence, avrebbe adottato una direttiva interna per istruire i propri dipendenti a sorvegliare i suoi bersagli stranieri “con dignità e rispetto”. Secondo il giornale, le nuove regole sarebbero prive di un impatto reale, e finalizzate per lo più a limitare le critiche contro gli ampi poteri di sorveglianza della NSA nel momento in cui il Congresso discute circa l’opportunità di autorizzarli nuovamente. 

 

 

La NSA, acronimo di National Security Agency,  è un organismo del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti che svolge diverse attività dirette a garantire la sicurezza nazionale, tra le quali la principale è la raccolta e l’analisi di informazioni e dati a fini di intelligence. L’azione della NSA, la cui esistenza fu rivelata oltre vent’anni dopo la fondazione nel 1952, è diventata sempre più rilevante dopo gli eventi dell’undici settembre. Per tutelare il territorio Usa da attacchi e attentati l’agenzia controlla parte del traffico telefonico e internet sul territorio americano, provocando preoccupazioni circa il rispetto del diritto alla privacy e il rischio di un fenomeno di sorveglianza di massa.  

 

I primi allarmi contro la pervasività dell’azione di controllo della NSA sulla sfera individuale risalgono al 1975: il senatore democratico Frank Church manifestò allora preoccupazioni rispetto ai “tentacoli tentacolari” dell’Agenzia e al rischio che la sua lente di ingrandimento potesse finire per essere puntata all’interno, sul popolo americano. Il tema, oggetto di ampio dibattito negli Stati Uniti fin dal 2005, è divenuto noto al mondo a seguito delle rivelazioni di Edward Snowden al Guardian. Nel 2020, l’attività dell’organizzazione è stata censurata anche dalla giurisprudenza: con una sentenza del 9 settembre, la Corte di Appello del 9° Distretto (United States v. Moalin) ha considerato illegittima l’azione di sorveglianza di massa promossa dalla NSA. Le tecniche utilizzate dall’Agenzia sono state considerate incompatibili con basilari garanzie costituzionali, e prive di copertura nella disciplina delle telecomunicazioni, che non consente una raccolta preventiva di dati in assenza di un provvedimento giurisdizionale o dell’apertura di una investigazione (ne abbiamo parlato qui).  

 

L’Intercept, testata giornalistica fondata nel 2014 e che si autodefinisce “a news organization dedicated to holding the powerful accountable through fearless, adversarial journalism”, ad Agosto 2023 ha pubblicato un articolo dal titolo “NSA orders employees to spy on the world “with dignity and respect”. Secondo il giornale, il direttore della NSA, facendo seguito a un ordine esecutivo disposto dal Presidente Biden nell’autunno del 2022 (“Enhancing Safeguards for United States Intelligence Activities), avrebbe adottato una direttiva a scopo di orientamento interno. L’atto, che risalirebbe all’estate 2023, sarebbe finalizzato ad istruire i dipendenti della Signals Intelligence (SIGINT), la divisione incaricata della raccolta, dell’elaborazione e dell’interpretazione delle informazioni ottenute tramite segnali elettronici. La direttiva richiederebbe infatti ai dipendenti della SIGINT di trattare “with dignity and respect” i bersagli stranieri della loro raccolta di informazioni.   

 

Secondo l’Intercept, l’adozione della direttiva ha suscitato critiche da parte degli attivisti per le libertà civili: avrebbero evidenziato l’assurdità che la NSA, un’agenzia di intelligence che raccoglie enormi quantità di informazioni tramite intercettazioni, possa farlo in modo “rispettoso”. Evan Greer, a capo del gruppo Fight for the Future, avrebbe dichiarato all’Intercept “This is like the CIA putting out a statement saying that going forward they’ll only waterboard people with dignity and respect []Mass surveillance is fundamentally incompatible with basic human rights and democracy”. 

 

Le previsioni della direttiva sarebbero pertanto prive di un impatto reale; si tratterebbe di un “atto di facciata”, diretto a limitare le molte critiche contro gli ampi poteri di sorveglianza della NSA. La pervasività della sua azione è infatti tornata al centro di un acceso dibattito, dato che attualmente il Congresso discute circa l’opportunità di autorizzare nuovamente la Section 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Quest’ultima regola l’attività di spionaggio della NSA su soggetti stranieri, ma sembra diventata una fonte di accesso senza mandato da parte del governo alle comunicazioni internazionali degli americani, comprese le telefonate, le e-mail e i messaggi sui social media (tra gli altri, si veda qui e qui).  Come evidenziato da gruppi di attivisti per le libertà civili, “This has turned Section 702 into something Congress never intended: a domestic spying tool”. 

 

 

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