La Ministra Pisano in audizione al Senato sulle “Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”

Lo scorso 6 ottobre 2020 la Ministra Pisano è stata ascoltata in audizione al Senato sulle “Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Il suo intervento si è concentrato sui sei cluster di progetti in materia di innovazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione che il Governo intende presentare alla Commissione: una lettera di intenti in attesa di poter leggere lo Schema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza elaborato dall’esecutivo.

 

Il 6 ottobre 2020 si è svolta in Commissione affari costituzionali del Senato una audizione della Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, dott.ssa Paola Pisano (sulla Ministra Pisano si veda più ampiamente V. Bontempi, L’organizzazione dell’amministrazione centrale in materia di innovazione tecnologica e digitalizzazione). Con l’intervento della Ministra si è aperto un confronto tra Governo e Parlamento sulle “Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NEXTGENERATIONITALIA”, presentate dall’esecutivo il 15 settembre 2020 al fine di rispondere all’iniziativa assunta dalla Commissione tramite lo strumento del Next Generation EU.

 

Le Linee guida sono prodromiche alla elaborazione dello Schema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (a dire del Governo, di prossima uscita), il quale conterrà i progetti di investimento e riforma che l’Italia intende porre in essere per accedere alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea grazie al Recovery Fund. Lo Schema sarà quindi posto alla base di un dialogo informale con la Commissione che culminerà con la presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a seguito dell’approvazione dei regolamenti attuativi del Next Generation EU (verosimilmente a inizio anno 2021).

 

Le Linee guida individuano sei missioni in cui si dovrebbe articolare il futuro PNRR e che rappresentano altrettante aree tematiche strutturali di intervento. Esse sono nel dettaglio: rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute; digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo.

 

Su quest’ultima missione si è focalizzato l’intervento della Ministra Pisano in Senato e, in particolare, sui cluster di progetti che il Governo intende presentare in materia di innovazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione, di sviluppo delle infrastrutture e servizi digitali, di sicurezza informatica e connettività per tutti i cittadini.

 

Nel dettaglio, l’esponente dell’esecutivo ha dichiarato di aver presentato, d’intesa con il Dipartimento per le Politiche europee, un pacchetto di schede-progetto per una prima ricognizione del Governo, divise in sei aree tematiche:

  1. Dati e interoperabilità (riforma del sistema delle banche dati dei vari rami della Pubblica amministrazione nella direzione dell’interoperabilità);
  2. Infrastrutture (sviluppo di una rete unica e neutrale che dia connettività a banda larga e ultralarga a tutto il Paese e creazione di data center mediante l’utilizzo della tecnologia cloud);
  3. Piattaforme e servizi (rafforzamento e sviluppo delle “piattaforme abilitanti” utili a semplificare l’erogazione dei servizi da parte delle pubbliche amministrazioni);
  4. Sicurezza (rafforzamento della capacità di prevenire o rilevare tempestivamente attacchi e incidenti informatici);
  5. Competenze digitali (crescita delle competenze digitali dei cittadini, delle imprese e del personale della pubblica amministrazione);
  6. Innovazione tecnologica (interventi volti a sostenere la capacità innovativa delle imprese).

 

L’Italia può attingere al 28% delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea tramite il Recovery Fund. La quota destinata al nostro Paese ammonta dunque a circa 209 miliardi di euro. L’accesso al Fondo non è tuttavia né automatico, né agevole. Il procedimento ha natura «composta» e prevede numerosi passaggi (anche solo informali) tra l’ordinamento nazionale e quello europeo. I progetti presentati dall’Italia dovranno infatti essere valutati e approvati dalla Commissione la quale godrà tra l’altro di poteri di vigilanza e controllo in sede di attuazione dei progetti medesimi.

 

Nel valutare e approvare i Piani nazionali per la Ripresa e la Resilienza degli Stati membri, la Commissione ha dichiarato che darà preferenza ai progetti capaci di favorire la transizione digitale e green. L’intento del Governo di puntare sulla modernizzazione del Paese e della pubblica amministrazione è dunque assolutamente condivisibile. La digitalizzazione consente di rendere l’azione amministrativa più efficiente, efficace, economica e trasparente, di promuovere la ricerca applicata, di utilizzare al meglio le tecnologie disponibili e di garantire a tutti la connettività per incrementare la produttività dell’economia del sistema-Paese.

 

La pandemia da Covid-19 ha messo in piena luce la necessità di valorizzare l’uso e la diffusione di strumenti digitali, nonché l’importanza dell’analisi dei dati. Il dramma della situazione che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere ha generato nell’Unione europea una reazione senza precedenti che il nostro Paese deve saper sfruttare al meglio in modo da correggere le debolezze sistemiche del nostro Paese su questo fronte (sul ritardo italiano nel processo di digitalizzazione rispetto agli altri Stati membri dell’Unione europea, si veda B. Carotti, Le confessioni dell’indice DESI).

 

L’auspicio, in attesa di potere leggere lo Schema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è dunque che il Governo sia capace di presentare alla Commissione singoli progetti che siano credibili e ben strutturati, realmente capaci di favorire la tanto necessaria transizione digitale dell’Italia.

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