Il ‘Chi è Chi’ della tecnologia nell’amministrazione italiana – il caso del MIMS

Qual è lo stato di avanzamento delle amministrazioni italiane nella pratica tecnologica? A che punto siamo? Conosciamo i dati aggregati, sappiamo quali lacune è urgente colmare e quali obiettivi considerare prioritari. Manca invece – o è approssimativa – un’analisi granulare, attenta alla permeabilità delle amministrazioni italiane rispetto le tecnologie di uso corrente. Il censimento dell’Osservatorio propone una preliminare, ma necessaria, mappatura delle tecnologie in uso nelle pubbliche amministrazioni centrali, a servizio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. L’analisi è basata prevalentemente sui dati disponibili presso i siti web delle amministrazioni interessate, dati che sono stati integrati – nel caso di specie – grazie all’aiuto di alcuni funzionari del Ministero. In questo post presentiamo il MIMS – Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. L’analisi include sedici casi, relativi a procedure digitali, open data e identità digitali.

L’analisi delle tecnologie (qui lo screenshot dell’indagine) in uso presso il MIMS è stata condotta, in un primo momento, esaminando il sito del Ministero stesso, con particolare riguardo alla sezione dedicata ai servizi in rete. Si è proceduto, successivamente, a prendere contatti con alcuni funzionari dello stesso Ministero, che hanno deciso con grande cortesia e disponibilità di coadiuvare la nostra attività di ricerca. Il lavoro di questi ultimi è stato molto utile e ha permesso di constatare che soltanto poco più della metà (nove) delle tecnologie censite fosse disponibile e accessibile dal sito istituzionale. Tale seconda fase del censimento ha consentito, inoltre, di integrare alcuni dati che non era stato possibile reperire presso il sito web del Ministero (soprattutto quelli relativi alla possibilità per i soggetti interessati di partecipare e al fornitore della tecnologia), nonché di correggere alcuni errori (come, per esempio, l’inserimento tra i casi della piattaforma OpenTrasporti, utilizzata per una sola settimana dal Ministero in occasione del G7-trasporti del 2017 e allo stato attuale non più rintracciabile sul sito).

Complessivamente sono stati rilevati diversi ambiti di attività in cui il Ministero fa uso di tecnologie. Le attività afferiscono alle materie della costruzione e della gestione di infrastrutture (per esempio strategiche e portuali), del trasporto, dei servizi dedicati agli automobilisti, della circolazione degli autoveicoli e dei natanti, della gestione del demanio marittimo. All’interno di queste attività sono stati censiti sedici casi di applicazione di tecnologie, tra i quali risultano essere presenti anche casi di utilizzazione congiunta di almeno due tipi di tecnologie (“procedura digitale” e “identità digitale” oppure “procedura digitale” e “open data”). Si registra una prevalenza di procedura digitale, in undici casi. Seguono quattro casi di open data e uno in cui viene fatto uso dell’identità digitale.

 

Le procedure digitali consentono la ricezione di istanze o documenti (come nel caso del Fondo Demolizioni – per cui è prevista una seconda edizione – o della Qualità dell’abitare, entrambi sistemi per la gestione delle richieste di contributi), l’accesso ai servizi di e-government (ad esempio per il Portale dell’Automobilista), l’assistenza (si veda il Centro coordinamento informazioni sicurezza stradale – CCISS), l’invio di segnalazioni (come per l’Albo dei richiami), la formazione a distanza (piattaforma di E-learning).

L’utilizzo di open data è finalizzato a mettere a disposizione dati a chiunque ne abbia interesse. Ne sono esempi la piattaforma OpenData con i dati relativi le infrastrutture e i trasporti; l’OpenCantieri, che consente di conoscere lo stato dell’arte di un’opera pubblica, con particolare riguardo a costi e tempi; la Banca dati Servizio Contratti Pubblici – SCP, con avvisi, bandi ed esiti delle gare.

Quanto all’identità digitale, soltanto in un caso la stessa tecnologia risulta prevalente e unica (Gateway). Negli altri è associata, come si vedrà, alle procedure digitali.

Come anticipato sopra, in otto casi ricorrono congiuntamente almeno due diversi tipi di tecnologie. Si tratta in larga parte di attività in cui risultano associate la procedura digitale e l’identità digitale, dove i cittadini accedono con le proprie identità digitali a servizi online (Portale dell’Automobilista e Port Management Information System – PMIS) o a basi informative, di condivisione e interscambio dei dati (SID). In altri casi, alla procedura digitale si affiancano gli open data (Fondo Demolizioni, Qualità dell’abitare e Albo dei Richiami).

Le tecnologie censite sono in massima parte rivolte all’interlocuzione con soggetti terzi rispetto all’amministrazione (nel caso del Gateway, per esempio, l’uso della tecnologia risulta essere sia interno, sia esterno) e nella totalità dei casi censiti è favorita la partecipazione dei soggetti portatori di interessi.

Quanto a chi fornisce la tecnologia, si è rilevata un’elevata propensione all’utilizzo di tecnologie outsourcing (undici casi) a dispetto dello sviluppo di tecnologie in house (cinque casi).

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