L’Olanda sperimenta la blockchain nel campo dei sistemi di previdenza e di assistenza pubblica: un interessante report della Commissione Europea fa il punto

Con il rapporto del JRC – Joint Research Centre dal titolo “Blockchain for digital government”, la Commissione Europea analizza, tra le altre, l’esperienza olandese nella applicazione concreta di questa tecnologia al sistema nazionale di previdenza e ad un progetto di livello locale per l’assistenza ai residenti. Il quadro che ne emerge è quello di due iniziative ambiziose – la prima in avanzato stato di realizzazione e la seconda già del tutto operativa – che, in entrambi i casi, risultano in grado di apportare benefici in termini di efficienza e risparmi.

Con la pubblicazione, a fine 2019, del rapporto JRC dal titolo “Blockchain for digital government, la CE analizza, a partire dall’anno 2008, l’evoluzione della tecnologia blockchain applicata alle strutture pubbliche di alcuni Stati membri. Il minimo comune denominatore tra le diverse esperienze esaminate sta nel nuovo ruolo assunto dal distributed ledger (ovvero il registro informatico “aperto” su cui si basa il funzionamento della blockchain) che, da semplice estratto conto non modificabile delle operazioni di trasferimento patrimoniale tra 2 soggetti (la tecnologia nasce, infatti, come strumento operativo per lo scambio di valuta virtuale in assenza di intermediari), si è abbastanza rapidamente trasformato in una modalità universale di tracciatura informatizzata ad elevato livello di affidabilità, di fatto ampliandone a dismisura i possibili utilizzi (si vedano, ad esempio, l’esperienza inglese in tema di registri immobiliari, oppure le diverse iniziative avviate sul punto dall’Australia e dall’Estonia) in funzione della possibilità di conseguire tutti quei vantaggi che possono derivare dall’implementazione stabile di una nuova infrastruttura informativa, con particolare attenzione al settore pubblico.

Tra i benefici ipotizzati, vi rientrano sicuramente la possibilità di una tracciatura puntuale dei dati dei cittadini (sebbene da ciò derivino potenziali contrasti con le norme in tema di riservatezza), l’interoperabilità dei registri statali informatizzati, il voto elettronico, la facilitazione delle transazioni economiche da e verso l’amministrazione, il miglioramento dei livelli di sorveglianza dei mercati regolati, il contrasto all’evasione fiscale e, in genere, una maggiore efficienza nella redistribuzione delle risorse pubbliche, comprese le pensioni e i benefici sociali.

Sul tema delle pensioni, il rapporto JRC studia il progetto PI – Pension Infrastructure avviato dal gestore previdenziale olandese SVB, che prevede un sistema di back office pensionistico completamente basato su blockchain e che punta a realizzare un ambiente di lavoro flessibile, trasparente verso i pensionati e con costi di gestione sensibilmente più bassi.

Il principio su cui si basa l’iniziativa è, in fondo, semplice. L’evoluzione dell’economia globale, che punta al lavoro flessibile e a tempo determinato, conduce infatti verso futuri scenari di soggetti in età pensionabile all’esito di una vita lavorativa variegata, caratterizzata da numerose esperienze presso più datori di lavoro o, comunque, da prestazioni professionali fornite per tempi limitati verso plurimi soggetti, generando così una moltitudine di dati pensionistici provenienti da fonti diverse e spesso da nazioni diverse. Mettere in relazione questi dati, magari a distanza di anni dalla prestazione lavorativa, per ricostruire la storia previdenziale del singolo lavoratore, può rivelarsi un compito gravoso e talvolta difficile da realizzare, con elevati costi di gestione e impiego di numerose ore – lavoro che non fanno altro che rendere meno efficiente il sistema della previdenza. La tecnologia blockchain, però, appare in grado di ovviare a queste problematiche, attraverso un sistema informatizzato di conservazione e gestione dei dati a prova di manomissione e di perdita involontaria, su cui il governo olandese, attraverso la Dutch Authority for the Financial Markets (AFM) e il Dutch National Tax Office (Belastingdienst), sta decisamente puntando: a fronte di costi totali pensionistici attuali di circa 1 miliardo di euro, il progetto PI consentirà risparmi per circa 500 milioni.

Sul fronte, invece, degli strumenti pubblici assistenziali verso la popolazione in condizioni economiche disagiate, il rapporto JRC analizza l’esperienza compiuta, sempre in Olanda, dalla municipalità di Groningen. Con il progetto Stadjerspas, il governo locale ha introdotto un sistema di inclusione sociale che utilizza la blockchain per assicurare ai soggetti svantaggiati la possibilità di fruire di alcuni servizi a prezzi ridotti, sostituendo il precedente assetto che era interamente basato su voucher cartacei.

Con questa innovazione, la municipalità ha conseguito elevati livelli di trasparenza e di stabilità del sistema ma, soprattutto, un netto miglioramento nella gestione della fase di allocazione delle risorse pubbliche rispetto agli obiettivi prefissati, legando l’erogazione dei benefici al rispetto di specifiche condizioni (reddituali o personali del beneficiario, di spesa per determinati servizi, di spesa in genere) contenute nello smart voucher sottostante alla concessione del beneficio sociale e spendibile tramite un codice QR inviato sullo smartphone del cittadino.

Il progetto Stadjerspas è pienamente operativo a Groningen e, ad oggi, conta più di 20.000 posizioni registrate – tra cittadini fruitori e prestatori di servizi – e un volume di smart vouchers erogati di circa 4000/mese.

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