Lo spirito europeo di Paul Valéry

La Società delle Nazioni, istituita con il Trattato di Versailles (1919), si preoccupò subito di invitare gli uomini ‘che coltivavano ideali – per antonomasia, gli intellettuali – a scambiare i loro punti di vista sui grandi problemi spirituali dell’epoca successiva alla Grande guerra.

A questo scopo, nel 1922 venne istituita la Commissione internazionale di cooperazione internazionale, attiva fino al 1939. Questa dette vita all’Istituto internazionale di cooperazione intellettuale, che operò dal 1924 al 1946, e divenne la base su cui fu istituito, nel 1945, l’Unesco  – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La Commissione della Società delle Nazioni fu presieduta da Henri Bergson e nel suo ambito furono attivi Johan Huizinga, Béla Bartók, Thomas Mann, Albert Einstein, Victoria Ocampo, Salvador de Madariaga.

Uno dei membri più operosi della Commissione e dell’Istituto fu il celeberrimo poeta e filosofo francese Paul Valéry (1871  – 1945), del quale la studiosa italiana, docente a Roma Tre, Paola Cattani, già nota per i suoi studi sull’impegno degli intellettuali, ha ora raccolto con molta cura scritti inediti ed editi degli anni dal 1896 al 1945, tutti ispirati all’idea, più volte ripetuta, che «la Société des esprit est la condition d’une Société des Nations».

Continua a leggere la recensione di Sabino CasseseL’Europe et l’esprit. Écrits politiques 1896 1945 Paul Valéry, Gallimard, Paris, 2020, pubblicata sul Sole 24 Ore del 24 gennaio.