Le Regioni: “L’Emilia è un’invenzione”

Nel 1948-49 il tema delle Regioni parve essere all’ordine del giorno. Se ne discusse ripetutamente (e riservatamente) nel Consiglio dei ministri del quinto governo De Gasperi, anche per le pressioni esterne (quelle di Sturzo sui democristiani, soprattutto). Si pose il problema del termine tassativo o meno che la Costituzione poneva al varo della legge elettorale (dissenzienti le opinioni dei ministri), si discusse sui capoluoghi (con proposte anche di fissarli nei centri minori, come – si disse – si faceva negli Stati Uniti e in altri Paesi), si ragionò su quali procedure avrebbero dovuto adottarsi per dare inizio al processo di avvio della costituzione dei nuovi enti regionali.

Nell’Adunanza del 26 novembre 1949, il Consiglio dei ministri discusse quali dovessero essere “i criteri informativi del disegno elettorale per le Regioni”. Si inquadra in quel contesto questa curiosa battuta del ministro degli Esteri Carlo Sforza registrata nel verbale della seduta.

Sforza: Prega di valorizzare la Provincia. Chi considera le Regioni? Ad esempio, chi conosce a Piacenza l’Emilia? L’Emilia è un’invenzione di Luigi Carlo Farini, che morì pazzo”.

Archivio centrale dello Stato, Presidenza del Consiglio dei Ministri (1860-2000), Consiglio dei ministri (1859-1976), Verbali delle adunanze. Minute 1944-1996, b. 28, Adunanza del 26 novembre 1949. La frase è stata citata poi da Giulio Andreotti nel suo De Gasperi e il suo tempo, Milano, Mondadori, 1956, p. 259.