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In un momento di passaggio come quello che, globalmente, stiamo vivendo il tema del rapporto tra la memoria e la storia è cruciale.
Pensiamo ad esempio a quanto avviene negli Stati Uniti con la cosiddetta cancel culture: l’università in cui ha studiato la vicepresidente Kamala Harris, la Howard University, ha deciso di chiudere il dipartimento di studi classici, perché rimanderebbe a una cultura del passato `razzista’.
Bisogna allora riflettere su quale sia il limite per la memoria: bisogna tornare fino a George Washington, che aveva degli schiavi, per `cancellarlo’? O ancora più indietro, quando si facevano i sacrifici umani?
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese sulle pagine del Foglio del 29 aprile.