I senatori e le “lunghe anticamere” negli uffici ministeriali

Mario Cingolani (Roma, 1883-1971), senatore di diritto nella 1ª legislatura, rieletto a Palazzo Madama per la 2ª e la 3ª legislatura, all’epoca presidente del gruppo Dc in Senato, scrive il 29 gennaio 1949 questa lettera al presidente del Consiglio De Gasperi, corretta nei modi ma molto esplicita nei contenuti. Denuncia il modo in cui i parlamentari, anche quelli di governo, vengono accolti “con sufficienza” negli uffici ministeriali. Un sintomo forse di una almeno iniziale difficoltà di rapporti tra la burocrazia e la nuova classe politica repubblicana.

Illustre Presidente, mi permetto disturbarti per metterti al corrente di uno stato d’animo dei senatori del mio Gruppo (che credo esteso del resto a tutti i colleghi) di irritazione secondo me giustificata per il modo come sono trattati quando di recano a conferire con funzionari dei vari Ministeri. Oltre a fare lunghe anticamere, essi sono accolti con un’aria di sufficienza e talvolta di superbia tale da far decidere alcuni colleghi a non trattare più personalmente, ma solo per iscritto, con i vari dipendenti e di gravare invece con le loro lagnanze i Gabinetti dei ministri. Ma di fatto però anche pressoi Gabinetti non si trova sempre una accoglienza molto simpatica! Invoco quindi un tuo autorevolissimo intervento, volto a richiamare e a far richiamare chi di dovere al rispetto della dignità e delle funzioni di un Senatore della Repubblica.

Con molta cordialità,  Mario Cingolani

Archivio storico Luigi Sturzo, Fondo Dc Gruppo Senato, Atti dei presidenti, sc. 1, fasc.2.