Focus Ucraina – L’Ucraina chiede ad Israele la vendita del software spia Pegasus

Israele ha impedito le richieste dell’Ucraina per l’acquisizione dello spyware Pegasus: il governo israeliano ha esercitato un vero e proprio ostracismo tecnologico, per impedire ogni ripercussione nei rapporti con la Russia. Come richiamato dal New York Times, le vendite di Pegasus sono allineate con la politica estera israeliana e disvelano le nuove frontiere della sovranità tecnologica.

 

Il conflitto armato tra Russia e Ucraina continua ad espandersi anche nel cyberspace, dimostrando l’indiscussa preminenza della tecnologia per neutralizzare le strategie nemiche (per approfondimenti, si veda qui su questo Osservatorio).

Dopo l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale di Clearview A.I. per identificare possibili infiltrati russi, riunire i rifugiati con le loro famiglie e identificare i morti, gli sforzi del governo ucraino per acquisire il software spia (spyware) Pegasus sono stati bruscamente deviati dal governo israeliano (qui su questo Osservatorio).

Pegasus, prodotto dal Nso Group, è considerato uno degli strumenti di hacking più avanzati: infatti, una volta infettato il dispositivo, lo spyware consente di intercettare e registrare conversazioni telefoniche, accedere ad immagini, video e documenti, nonché leggere messaggi di testo anche crittografati.

Come ha di recente svelato il New York Times, in passato il software di sorveglianza del Nso Group è stato venduto su scala mondiale, al fine di combattere la criminalità organizzata e il terrorismo. Ciononostante, un’indagine condotta da 17 media internazionali ha evidenziato che il software sia stato spesso acquisito da governi autoritari, per monitorare e reprimere la stampa, l’opinione pubblica ed altresì diversi funzionari del dipartimento di stato degli Stati Uniti. Per tali ragioni, tale tecnologia è stata recentemente inclusa nella black list dall’amministrazione Biden.

Nell’ambito delle relazioni commerciali intercorse con Nso Group, il governo israeliano ha esercitato un vero e proprio ostracismo tecnologico, inibendo l’acquisizione del software per determinati paesi – come l’Ucraina e l’Estonia – temendo di compromettere le relazioni con la Russia. In particolare, l’Agenzia israeliana per il controllo delle esportazioni e della Difesa (Israeli Defense Exports Controls Agency, “DECA”) ha respinto la richiesta di rilascio della licenza per lo spyware Pegasus, avanzata dal Nso Group in favore del governo ucraino.

Sul punto, l’indagine condotta dal The Guardian e dal Washington Post  rivela ulteriori dettagli, che dimostrano come le vendite di Pegasus fossero spesso allineate con la politica estera israeliana.

In particolare, è emerso che il governo israeliano abbia impedito all’Ucraina di acquistare lo spyware Pegasus del gruppo Nso già dal 2019, per preservare la propria neutralità ed impedire ogni ripercussione da parte del governo russo, il cui esercito stava aiutando la Siria a combattere una ribellione vicino al confine nord-orientale di Israele in quel momento.

Simili vicissitudini si sono verificate altresì nei rapporti con l’Estonia, che avrebbe avuto accesso a Pegasus già nel 2019, ma sarebbe stata avvertita soltanto lo scorso anno di non poter ricorrere allo spyware contro obiettivi russi.

In conclusione, la vicenda dimostra la duplice rilevanza della tecnologia per conseguire vantaggi competitivi e addivenire alla sovranità tecnologica.

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