Emilio Lussu ministro: reclutare e formare un’amministrazione ministeriale

25 ottobre 1948, al Senato Emilio Lussu chiede la parola per replicare su una critica («Lei, sen. Lussu, non potrebbe interrompermi, perché ha fatto un ministero più grosso degli altri») rivoltagli dal collega Giovanni Conti, repubblicano.

Il clima è quello teso e polemico del primo anno di legislatura, caratterizzato dalla recente espulsione dalla maggioranza dei due partiti di sinistra e dalla straripante vittoria della Democrazia cristiana nelle elezioni del 18 aprile.

Il precedente che Conti rimprovera a Lussu si riferisce al breve periodo 21 giugno-10 dicembre 1945, quando il leader azionista e sardista era stato ministro per l’Assistenza post-bellica nel governo Parri. Interessante la ricostruzione che Lussu fa qui dell’organizzazione interna del piccolo ministero, e anche implicitamente la sua testimonianza sui criteri adottati per reclutarla.

 

Sulla questione dell’assistenza post-bellica, perché si tocca la mia persona di uomo di governo e si tocca il Governo di quell’epoca, e su queste assunzioni del personale, debbo dire che la mia segreteria particolare era composta di cinque persone, complessivamente.

Il segretario particolare era un ufficiale prigioniero, reduce dall’India. Io vorrei che tutti i ministri che sono in carica facendo un confronto tra l’organizzazione numerica delle loro segreterie particolari e quella che è stata della mia segreteria, dichiarassero se possono pronunciare una sola parola di critica. Cinque persone, comprese le steno-dattilografe: non credo debba aggiungere alcuna parola.

Mio Capo di Gabinetto era una persona che io non conoscevo, un Consigliere di Stato che mi era stato consigliato dai più competenti dell’Amministrazione dello Stato. (…) Il servizio reduci era diretto da un capitano prigioniero in Germania, che non conoscevo e non ho scelto, perché era il relatore della più completa e degna relazione sui campi di prigionia che io abbia letto come Ministro.

Ai servizi partigiani vi era un Capo di stato maggiore dell’organizzazione partigiana del Nord. È chiaro che per questi servizi io non potevo rivolgermi, in un momento così difficile, a dei funzionari dell’Amministrazione normale dello Stato, ma dovevo rivolgermi evidentemente a prigionieri, a reduci e a partigiani.

Debbo dire che le altre persone che ho assunte sono state pochissime, esclusivamente nella categoria degli interessati, cioè: reduci, partigiani, prigionieri e sinistrati. Ed infine debbo dire questo: che tutte le altre assunzioni non sono state fatte al centro, ma era personale di periferia, nelle province: io introdussi allora un sistema democratico. Non li ho nominati io, quei funzionari. Sono stati nominati in seguito a elezioni democratiche dai rappresentanti delle organizzazioni delle categorie locali interessate. Io sono rimasto estraneo, e mi sono sempre rimesso alla scelta delle organizzazioni locali.

 

Atti Parlamentari, Senato della Repubblica, seduta del 25 ottobre 1948, p. 3186, intervento del sen. Lussu per fatto personale circa un’affermazione del sen. Conti a proposito dell’attività di Lussu come ministro dell’Assistenza post-bellica.