La relazione sulle attività del Mediatore europeo nel 2018

L’accountability dei processi decisionali dell’Unione, la trasparenza delle attività di lobbying, il rispetto dei diritti fondamentali, le questioni etiche, la partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche europee, le procedure per l’assegnazione di contratti e benefici economici. Sono questi alcuni dei temi al centro della relazione annuale del Mediatore europeo, presentata ufficialmente lo scorso 14 maggio dalla responsabile dell’organo, Emily O’ Reilly.

Nel corso del 2018, il Mediatore europeo ha offerto supporto a 17,996 cittadini, aperto 490 indagini, di cui 8 su propria iniziativa e 482 su richiesta di cittadini europei; sono state concluse, infine, 545 indagini.

Il report presenta interessanti informazioni anche sulla provenienza delle richieste di intervento da parte dei cittadini europei. Si scopre, per esempio, che gli Stati membri con il più alto numero di istanze sono Spagna (393), Regno Unito e Germania (186 ciascuno), seguiti da Polonia, Francia e Italia; numerose anche le richieste pervenute da cittadini di paesi extra-UE, risultate pari a 122 nel corso dell’anno.

La parte più significativa delle istanze ha riguardato atti o condotte della Commissione europea (285), seguita dalle altre agenzie europee (43 casi), dal Parlamento europeo (30 casi) e dall’EPSO (23 casi). La maggior parte delle lamentele sono state inoltre rivolte a problematiche correlate alla trasparenza e all’accountability (24,6%), mentre appena 5 casi (lo 0,9%) hanno riguardato la partecipazione ai processi decisionali dell’Unione; numerosi anche i casi correlati alla cosiddetta “culture of service” (19,8%) e alla violazione delle procedure decisionali e amministrative (16,1%).

Quanto è efficace ed efficiente il sistema del Mediatore europeo? Una possibile risposta si trae dalla lettura dei dati dei risultati delle inchieste, rapportati ai costi di funzionamento dell’autorità e alle tempistiche di risoluzione delle controversie. Questi evidenziano come nel 40,6% dei casi il Mediatore ha contribuito alla definizione di una soluzione tra istante e amministrazione interessata, mentre i casi di cattiva amministrazione sono stati appena 29, pari a poco più del 5% del totale. Quanto alle tempistiche, la maggior parte dei casi si sono conclusi entro un anno dall’istanza, mentre solo il 13% oltre i 18 mesi; i costi complessivi del Mediatore si sono invece attestati a 11 milioni di euro, pari a circa 20,000 euro per indagine conclusa con un costo per casi di maladministration pari a più di 580.000 euro.

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