Proposte per una Strategia Italiana per l‘Intelligenza Artificiale, elaborate dal Gruppo di Esperti MISE sull’Intelligenza Artificiale

La strategia italiana per l’intelligenza artificiale è un inedito e utile strumento di policy che mette in connessione l’esecutivo, responsabile della posizione italiana a livello sovranazionale, con il processo di partecipazione “dal basso” alle politiche europee, promuovendo idee e direttrici di investimento che entrano così a far parte del dibattito europeo.

 

 

L’obiettivo è particolarmente ambizioso. Definire la strategia italiana per stimolare, promuovere e governare l’utilizzo e la diffusione delle tecnologie di AI nell’ambito del Piano Coordinato varato dalla Commissione europea nel dicembre 2018. Esiste un approccio specifico che l’Italia deve adottare per raccogliere a pieno i benefici che l’AI può apportare al sistema paese? Secondo i trenta autori del Rapporto, esperti di AI selezionati dal MISE, la risposta è positiva, anzi per l’Italia l’AI può costituire l’inizio di una rinascita economica, sociale e ambientale. Il rinascimento dell’epoca digitale può essere “ispirato dal bisogno di definire un nuovo rapporto tra uomo e macchina, nel quale la tecnologia aumenta le capacità umane, e diviene strumento fondamentale per la scrittura di un nuovo contratto sociale, orientato verso lo sviluppo sostenibile”.

La visione italiana è definita antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile, in coerenza con il Libro bianco della Commissione europea sull’intelligenza artificiale. Sono individuate tre aree di specializzazione, identificate come elementi cardine della strategia. La prima è l’AI per l’uomo, raggruppando in questo gruppo le iniziative relative al rapporto tra individuo e macchina, ossia alla sicurezza, ai servizi della pubblica amministrazione, alla salute e medicina, all’istruzione, alle politiche per il lavoro e alle digital humanities, ai media e all’industria culturale e creativa. La seconda è l’AI per un ecosistema digitale affidabile, produttivo e sostenibile, dedicata alle politiche industriali per il settore manifatturiero (Industria 4.0), la promozione della robotica e dei sistemi autonomi, il software, l’elaborazione dei dati, l’IoT, la finanza, la farmaceutica e biotech. La terza è l’AI per lo sviluppo sostenibile, che include le azioni relative alla protezione ambientale e le infrastrutture sostenibili come le smart cities, i trasporti, l’agrifood, lo spazio.

Per porre le basi per un rinascimento dell’epoca digitale è necessario incrementare l’ecosistema di ricerca e innovazione nazionale affinché contribuisca allo sviluppo di soluzioni orientate ai bisogni sociali e ambientali che caratterizzano il nostro paese, modificare il quadro legislativo nazionale, seppur in modo adeguato e compatibile con i principi del nostro ordinamento giuridico, promuovere la digitalizzazione, l’efficientamento dei processi e lo smart government, aggiornare in modo massiccio le competenze nazionali in tema di AI e tecnologie complementari, nonché avviare il governo a un modo diverso di fare politiche pubbliche, basato sui dati e improntato alla better regulation di nuova generazione.

Due sono gli elementi che meritano particolare menzione. In primo luogo, il documento rappresenta già di per sé un utile strumento di policy che mette in connessione l’esecutivo, responsabile della posizione italiana a livello sovranazionale, con il processo di partecipazione “dal basso” alle politiche europee, promuovendo idee e direttrici di investimento che entrano così a far parte del dibattito europeo. In secondo luogo, affinché l’Italia si faccia portavoce di una missione sulla trasformazione digitale, il Rapporto individua come soluzione l’attivazione di una efficace sinergia tra le esigenze di istruzione, ricerca, innovazione e politiche pubbliche rispetto a specifici temi legati allo sviluppo sostenibile, e la mobilitazione pubblico-privata dell’ecosistema industriale europeo al fine di rafforzare infrastrutture e competenze nelle catene del valore di maggior interesse strategico-industriale per il continente.

Vaste programme forse, ma più che necessario!

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