
Chi scrive queste note (tratte da un rapporto più ampio sulla sua opera) è Giuseppe Bianchi (Imola, 1888 – Milano, 1969), ingegnere (laureato in ingegneria elettrotecnica a Torino nel 1912), dirigente delle Ferrovie dello Stato sin dal 1913 e dal secondo dopoguerra alla guida delle Ferrovie Nord Milano. Bianchi non fu un funzionario qualunque ma un tecnico di elevato valore scientifico che ebbe una parte di primo piano nell’affermazione definitiva della trazione elettrica nelle ferrovie italiane. Nel 1920 era stato destinato all’Ufficio studi locomotive elettriche nel servizio Materiale e Trazione, del quale nel 1930 era diventato il direttore. Fu poi tra i primi membri del Cnr non appena costituito. Tra il 1944 e il 1945 fu commissario per le Ferrovie Alta Italia. Qui poté vedere e giudicare il pessimo funzionamento dell’epurazione antifascista.
Ministero dei trasporti.
Milano, 26 novembre 1945
Prima di lasciare il posto di Commissario governativo delle Ferrovie dello Stato Alta Italia, affidatomi dal CLNAI nello scorso aprile, credo mio dovere far presente il profondo malcontento e l’amara delusione della maggioranza del personale per la politica adottata dalla Direzione generale delle Ferrovie dello Stato in materia di personale. Si rileva innanzitutto che sono mantenuti in servizio elementi tarati dall’ex regime e che si è provveduto con sollecitudine alla riammissione dei fascisti sollevati dal servizio, mentre si procede con grande lentezza alla riammissione degli ex esonerati per motivi politici. Si rileva che dopo tanto tempo non si è provveduto alla revisione delle carriere di coloro che l’ebbero troncata solo perché antifascisti; mentre si è già provveduto al riesame delle graduatorie nei casi previsti dall’art. 5 del Dl 301/1944: casi che riguardano soltanto agenti che erano iscritti al Pnf. F.to ing. Giuseppe Bianchi, commissario straordinario per le Ferrovie di Stato Alta Italia
Archivio centrale dello Stato, Archivio La Malfa, II vers., b. 21.