Intelligenza artificiale nel settore pubblico: un rapporto analizza le opportunità per il futuro dell’Europa

Il nostro tempo ci sta consegnando una trasformazione senza precedenti, un cambiamento di enorme portata anche per la rapidità con la quale esso sta avvenendo. Grazie a questa “rivoluzione” il settore pubblico europeo ha l’irripetibile opportunità di migliorare l’efficienza, la trasparenza e la qualità dei servizi grazie all’intelligenza artificiale (IA). Il recente rapporto del Joint Research Center (JRC) della Commissione Europea “Competences and Governance Practices for Artificial Intelligence in the Public Sector” offre un’analisi approfondita delle sfide e delle opportunità legate all’adozione dell’IA nelle amministrazioni pubbliche europee. 

Negli ultimi anni, guardando al futuro con la giusta dose di curiosità e aspettativa, molte persone si chiedono quale ruolo rivestirà l’intelligenza artificiale nella quotidianità del mondo che verrà. 

In questo post si intende affrontare il tema dell0I.A. nelle amministrazioni pubbliche europee, su cui non mancano confronti, dibattiti, discussioni e studi, quali, ad esempio, quello sullo specifico argomento del rapporto tra intelligenza artificiale e pubblica amministrazione, ne ha scritto  

  1. Sgueo L’uso dell’IA nelle pubbliche amministrazioni: mitologia informatica?

 

 Questo post mira, infatti, a ripercorre in modo analitico ciò che nel rapporto JCR viene descritto in relazione alle opportunità che l’Intelligenza artificiale offre alle Pubbliche Amministrazioni dell’Unione Europea. 

Il citato rapporto ha effettuato uno studio di sette enti pubblici europei, con lo scopo di individuare buone pratiche di governance dell’I.A. nel settore pubblico, con un focus anche sulle competenze necessarie per generare valore. 

Il documento fa emergere sei raccomandazioni articolate in diciotto azioni per favorire lo sviluppo delle giuste competenze e la incentivazione di buone pratiche di governance necessarie per sviluppare al meglio l’intelligenza artificiale nel settore pubblico dei paesi dell’UE. 

Seppur il rapporto che sarà di seguito descritto pone tematiche strettamente tecniche, si ritiene doveroso sottolineare che l’I.A., in fase analisi del suo approccio, va studiata non come una sommatoria tra tematiche tecniche, politiche, economiche e sociali di cui forse gli aspetti tecnici sono i meno impattanti. 

 

Il percorso di realizzazione del rapporto è stato avviato mediante un workshop online organizzato il 25 ottobre 2023, in cui sono stati coinvolti ben quaranta esperti di organizzazioni pubbliche. Sono state condotte diciannove interviste sotto forma di colloqui semi-strutturati con dirigenti organizzazioni pubbliche in sette paesi europei: 

  1. Ministero degli Interni (Repubblica Ceca); 
  1. Comune di Gladsaxe (Danimarca); 
  1. Distretto di Lüneburg (Germania); 
  1. Ministero della Governance Digitale (Grecia); 
  1. INPS (Italia); 
  1. Comune di Amsterdam (Paesi Bassi); 
  1. Comune di Trondheim (Norvegia). 

 

Si è voluto dare così uno spaccato estremate eterogeneo, ma decisamente rappresentativo, di diverse realtà, analizzando casi di gerarchia amministrativa e ubicazione geografica profondamente diverse. 

 

Il rapporto ha proposto un quadro delle competenze che include dimensioni tecnologiche, manageriali e politiche, nonché un quadro per le pratiche di governance, articolato su tre livelli: strategico, tattico e operativo. Il documento finale ha descritto due principali ostacoli all’adozione dell’IA: 

1) la mancanza di competenze adeguate: le amministrazioni pubbliche spesso faticano ad attrarre e trattenere talenti con competenze tecniche avanzate. Inoltre, servono competenze manageriali e legali per gestire progetti IA complessi; 

 2) governance inadeguata: senza una governance strategica e operativa, l’IA rischia di essere mal utilizzata, con possibili conseguenze negative per cittadini e società. 

 

 

Il rapporto sottolinea quanto l’intelligenza artificiale offra opportunità straordinarie per il settore pubblico, tra le quali emergono: 

  • automazione delle attività amministrative con una riduzione dei tempi di elaborazione e miglioramento dell’accuratezza; 
  • ottimizzazione delle risorse e quindi una gestione più efficiente di infrastrutture, servizi e risorse pubbliche; 
  • integrazione dei dati e di conseguenza miglioramento dell’accesso e dell’uso dei dati per decisioni informate. 

 

Tuttavia, per sfruttare queste opportunità, è essenziale garantire una adeguata formazione anche dal punto di vista etico e della responsabilità personale, mitigando i rischi legati alla gestione errata di algoritmici dovuta ad errori o peggio mancanza di trasparenza ed istinti fraudolenti. 

Come descritto in precedenza, il rapporto con lo scopo di accelerare l’adozione dell’I.A. nel settore pubblico europeo individua le sei seguenti raccomandazioni. 

  1. Investire nella formazione continua: creare programmi per sviluppare competenze tecniche, manageriali e normative; 
  1. Rafforzare la governance: istituire unità dedicate per la supervisione e la strategia dell’I.A; 
  1. Promuovere l’etica e la trasparenza: adottare linee guida etiche e sistemi di auditing per garantire la responsabilità; 
  1. Favorire la collaborazione: creare sinergie tra pubblico, privato e mondo accademico; 
  1. Garantire infrastrutture tecnologiche: investire in tecnologie scalabili e interoperabili; 
  1. Allinearsi negli stati europei alla normativa europea: assicurare la conformità con i regolamenti come l’AI Act e il Data Governance Act. 

 

Seguire le raccomandazioni emerse nel rapporto rappresenterebbe un passo fondamentale per guidare l’Europa verso una trasformazione digitale equa ed efficace. Attraverso l’investimento in competenze e pratiche di governance, le amministrazioni pubbliche potrebbero massimizzare i benefici dell’IA, garantendo il rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi etici. 

Alla luce di quanto sopra descritto, è giusto sottolineare che l’I.A. incide sulle dinamiche sociali in tutti i suoi aspetti politici, economico finanziari e tecnici e la stessa va analizzata e compresa in tutti i suoi risvolti (economici e politici prima che tecnici) e che esiste anche una preoccupazione dovuta probabilmente alla poca conoscenza: Sembra corretto affermare che l’intelligenza artificiale sia temuta molto. D’altro canto, il reale problema con il quale dobbiamo fare i conti è proprio la scarsa conoscenza dell’I.A., con le opportunità e le minacce che inevitabilmente si porta dietro. Grandi potenzialità e benefici da un lato, ma anche perplessità, preoccupazioni e sfide dall’altro. Caratteristiche che sono intrinseche in ogni cambiamento. Dietro l’aumento di efficienza produttività, sorge il rischio che molte mansioni umane vengano automatizzate, causando disoccupazione e aumentando le disuguaglianze economiche. Il ritardo con cui l’UE ha emanato il regolamento I.A. n. 1689/2024 pone il governo nazionale davanti una sfida molto ambiziosa per la portata delle scelte da fare e per la stringente tempistica. Si necessita, infatti, di individuare, con ogni consentita urgenza e nel rispetto della normativa comunitaria, una chiara governance per l’intelligenza artificiale, ne ha parlato M. Cappai Quale governance nazionale per l’Intelligenza Artificiale? Il tema è al centro della agenda politica italiana. L’esecutivo sarà in grado di dotare il Paese di strutture adeguate al nostro tempo e con le dovute competenze individuali tali da vincere questa ambiziosa sfida che la storia ci consegnando? Le ingenti risorse stanziate sono già una prima risposta positiva in grado di mandare una chiara segnale da Roma nei confronti di Bruxelles. L’ Unione europea, e di conseguenza i singoli stati membri, non possono più permettersi ritardi 

In conclusione, di questo post ed a valle di un’attenta analisi del rapporto, si può affermare che per il futuro sarà essenziale monitorare i progressi, adattare le strategie dei singoli governi alle sfide che il nostro tempo impone. 

Si ritiene inoltre sottolineare che sarà necessario promuovere una vera e propria cultura dell’innovazione tecnologica e della educazione al digitale. Deve essere chiaro a tutti decisori pubblici che l’intelligenza artificiale nel settore pubblico non è solo una questione tecnologica, ma una sfida sociale, etica e politica.  

L’Europa, che deve colmare un ritardo importante sugli investimenti legati alla I.A. rispetto alle grandi potenze mondiali USA e Cina che stanno investendo miliardi per lo studio ed impiego della I.A. 

Tale ritardo è imputabile anche alla burocratizzazione della macchina decisionale e alla lentezza del processo di produzione normativa/regolamentare, che si potrebbe definire “pachidermico”, ma l’opportunità di colmare il ritardo sul tema dell’utilizzo della I.A ancora esiste e l’UE potrebbe diventare il leader globale in questo campo, con particolare riguardo allo sviluppo delle tecnologie legate alle pubbliche amministrazioni. Ciò ovviamente richiede impegno, ingente investimento di risorse economiche ed umane oltre a una chiara visione del futuro che oggi a livello di Unione europea sembra purtroppo drammaticamente ancora mancare. 

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