Gli Stablecoins nel mirino del President’s Working Group on Financial Markets: verso una regolamentazione “stabile” delle criptovalute

Le “Valute stabili” (cd. Stablecoins) rappresentano la tendenza più recente ed innovativa nel mercato delle criptovalute, specialmente negli Stati Uniti. L’assenza di volatilità rende gli Stablecoins una valida alternativa non solo rispetto alle valute virtuali più diffuse, ma anche ai tradizionali mezzi di pagamento. Per tali ragioni, il President’s Working Group on Financial Markets (PWG) ha pubblicato il Report sugli stablecoins, che fornisce un quadro esauriente sulle caratteristiche degli Stablecoins e sulle dinamiche di scambio, ma soprattutto sui rischi connessi all’assenza di un quadro normativo comune per l’impiego di tale criptovaluta come mezzo di pagamento. 

 

Le “Valute stabili” (cd. Stablecoins) rappresentano la tendenza più recente ed innovativa nel mercato delle criptovalute, riscuotendo notevole successo a livello mondiale.

Al pari delle più note criptovalute (per un approfondimento sui Bitcoins, v. E.Schneider, «Ley bitcoin» di El Salvador: rischio per il sistema monetario nazionale? e P. Clarizia, La qualificazione duttile delle criptomonete), anche gli Stablecoins fanno ricorso alla tecnologia Blockchain per la decentralizzazione delle transazioni.

La peculiarità – ed anche il punto di forza – degli Stablecoins risiede piuttosto nella loro stabilità.

Essi, infatti, sono progettati per arginare le incertezze causate dalla volatilità: il loro valore, in particolare, è ancorato ad un elemento di scambio più stabile, quale ad esempio una valuta fisica, ovvero beni materiali o un’altra criptovaluta.

Ciò impedisce che gli Stablecoins risultino esposti a quell’oscillazione dei prezzi tipica delle cryptovalute, eliminando in tal modo i punti deboli comuni alle altre valute virtuali.

Nel complesso, la stabilità rende gli Stablecoins una valida alternativa non solo rispetto alle valute virtuali più diffuse, ma anche ai tradizionali mezzi di pagamento; al contempo, tali caratteristiche consentono di rivoluzionare i tradizionali sistemi monetari.

Le evidenti potenzialità e lo sviluppo dilagante di tale cryptovaluta hanno scosso il dibattito regolatorio in materia, registrando approcci divergenti a livello mondiale. In Cina, ad esempio, il mercato degli stablecoins e, più in generale, delle criptovalute, è stato fortemente limitato: la banca centrale, infatti, ha avvertito che gli stablecoins rappresentano seri rischi per i sistemi finanziari globali e per la tutela degli investitori. I rischi per l’integrità del mercato includono possibili frodi, una cattiva condotta nel commercio di risorse digitali, l’assenza di negoziazione o di trasparenza dei prezzi, fino alla manipolazione del mercato e alla diffusione di pratiche distorsive quali l’insider trading e il front running.

            Un approccio differente è invece riscontrabile negli Stati Uniti, ove il President’s Working Group on Financial Markets (PWG) ha pubblicato un Report sugli Stablecoins, al fine di addivenire ad una compiuta regolazione del fenomeno.

Il report si articola in tre sezione:

  • La prima sezione, denominata “Background”, descrive le caratteristiche e le modalità di creazione e riscatto degli stablecoins;
  • La seconda, “Risks and Regulatory Gaps”, si sofferma invece sui rischi connessi alla diffusione degli stablecoins in assenza di precisi perimetri regolatori;
  • Infine la terza sezione, “Recommendations”, manifesta l’esigenza di addivenire a proposte di regolazione del fenomeno, al fine di mitigarne i potenziali rischi

Nel complesso, il Report fornisce un quadro esauriente sulle caratteristiche degli Stablecoins e sulle dinamiche di scambio, ma soprattutto sui rischi connessi all’assenza di un quadro normativo comune per l’impiego di tale criptovaluta come mezzo di pagamento.

Sotto tale aspetto, le preoccupazioni si ricollegano prioritariamente all’“aterritorialità” e alle implicazioni multidisciplinari delle transazioni: queste, infatti, essendo realizzate attraverso registri distribuiti, avocano la giurisdizione e la competenza di molteplici e diverse agenzie di regolazione, ma ciò implica il rischio di un controllo incompleto o frammentato e, più in generale, mina la certezza del diritto.

Il Report, pertanto, non risponde alle esigenze di fornire la chiarezza normativa all’industria delle criptovalute. Piuttosto che fornire proposte concrete e linee guida per le agenzie federali da attuare senza indugio, il Gruppo di lavoro sollecita il Congresso ad approvare una nuova disciplina, che affronti le preoccupazioni connesse all’impiego della criptovaluta come mezzo di pagamento e affronti ulteriori preoccupazioni sul rischio sistemico e sulla concentrazione economica del potere.

Per affrontare i rischi prudenziali associati all’uso degli stablecoins come mezzo di pagamento, si raccomanda che il Congresso agisca prontamente per garantire che gli stablecoins siano soggetti a un’adeguata vigilanza prudenziale federale. Inoltre, tenuto conto che l’impiego degli stablecoins come strumento di pagamento alternativo rappresenta un tipo di attività finanziaria emergente e in rapido sviluppo, l’intervento normativo dovrebbe essere flessibile, per poter efficacemente rispondere agli sviluppi futuri e affrontare adeguatamente i rischi; a tal fine, si suggerisce di adottare standard comuni, anche in termini di sicurezza informatica, nonché per per promuovere l’interoperabilità tra gli stablecoins.

Inoltre, al fine di evitare compromissioni severe per il mercato e la tutela degli investitori, il Report suggerisce di prevedere limiti per le attività di emissione, riscatto e mantenimento degli stablecoins, anche mediante l’individuazione di soggetti qualificati, deputati alle attività di deposito.

In conclusione, l’emersione degli stablecoins ripropone il dibattito sulla regolazione delle tecnologie emergenti. Al contempo, l’innovazione tecnologica disvela ulteriori esigenze, connesse al decentramento amministrativo, ai rapporti di cooperazione nonché al riparto di competenze delle agenzie.

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