Focus Ucraina – La resilienza di Internet in Ucraina. La sintesi di un’analisi tecnica del RIPE LABS

Un’analisi tecnica del Ripe Labs indaga la resilienza e offre elementi di riflessione di interesse, nel gravissimo momento di cui tutto il mondo è testimone. Ricordando come il nesso fatale con la sovranità sia fatale per ogni tipo di tecnologia, anche quella più “eterea”.

Una dettagliata analisi tecnica ed economica di Emile Aben del RIPE LABS si sofferma sulle ragioni della resilienza della rete Internet ucraina, anche dopo due settimane di guerra (per il prossimo periodo, occorrerà verificare l’intensificarsi degli attacchi, come purtroppo sta avvenendo negli ultimi giorni).

Esse possono essere riassunti, in sintesi, in tre aspetti.

Primo, l’apertura del mercato. L’indice di concentrazione degli operatori ucraini è infatti bassissimo. Motivo per cui il down di un operatore interessa pochi utenti e può essere compensato dagli altri operatori ancora attivi. In dettaglio, viene utilizzato l’Herfindahl Hirschmann Index (Hhi), che varia da 0 (nessuna concentrazione) a 1 (monopolio) e per l’Ucraina è posizionato su 0,052, che indica una scarsa e insignificante concentrazione. I dati sono elaborati partendo da quelli dell’Apnic e, dunque, sulle reti che servono gli utenti in una particolare nazione. Questo riduce l’effetto a seguito dell’eventuale caduta di un operatore (in questo caso, chiaramente causata dalle deflagrazioni).

Secondo, la forma di interconnessione. In questo caso i dati sono del RIPE ATLAS (piattaforma di misurazione aperta e distribuita, composta da migliaia di dispositivi connessi che misurano la connettività Internet in tempo reale) e confermano che le reti servono un numero limitato di utenti, al di sotto dell’1%. Anche la presenza di Internet Exchange Point (IXP) è notevole, confermando la “frammentazione” e la diversificazione delle infrastrutture che servono l’utenza. Le reti di transito e il ruolo degli ISP restituiscono lo stesso risultato.

 

Terzo, la collaborazione degli operatori a fronte degli attacchi. Dopo aver analizzato la situazione di cavi e alimentazione elettrica, l’articolo si sofferma su un altro punto: gli operatori, infatti, intervengono su qualsiasi infrastruttura colpita, non solo sulle proprie. Questa sinergia ha consentito la trasmissione dei segnali anche da parte di chi non era riuscito con le proprie risorse a ripristinare le connessioni di rete. Una foto molto significativa e toccante, in cui un ingegnere sta riparando una infrastruttura di connessione colpita da una bomba.

Le tremende vicende della guerra, che ha di nuovo toccato il suolo europeo, fanno sentire i loro tragici effetti anche sul mezzo che sembrava “a-territoriale” per definizione, ma che ancora una volta dimostra di essere ben ancorato alle infrastrutture fisiche e alla sovranità statale. I momenti del suo esercizio più spietato ci ricordano i rischi cui nessuna tecnologia è sottratta.

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