La Corte Suprema degli Stati Uniti tra distanza e “disintermediazione” sociale

La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svolge i propri hearing in teleconferenza e li pubblica online in diretta. Una piccola rivoluzione che garantisce il “distanziamento sociale” ma può avere l’effetto contrario di avvicinare la Corte a ciascun cittadino, soprattutto sui temi più politici.

 

La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America risponde in modo progressivo alle sollecitazioni dell’emergenza Covid-19. La nuova modalità di hearing utilizzata dalla Corte potrebbe avere un impatto politico-mediatico rilevante rispetto ai casi che si appresta a decidere. Il pubblico generale, infatti, può connettersi e ascoltare la diretta audio delle udienze, che restano poi reperibili sul sito. Un notevole incremento di pubblico per una istituzione abituata, sì alla pubblicità dei lavori, ma ad una platea di persone, per lo più, comunque, di addetti.

Prima di soffermarsi su queste ricadute sistemiche, è necessario dare conto delle tappe di questo nuovo assetto della Corte Suprema.

I lavori sono stati organizzati in modo da trasmettere in streaming sul sito dell’istituzione gli hearing a cominciare dal mese di maggio, secondo un calendario appositamente ricostruito. La Corte ha elaborato la nuova organizzazione nell’arco di un mese, il tempo trascorso tra il 12 marzo, giorno del primo comunicato in cui si avvertiva della chiusura dell’edificio, e il 13 aprile, quando è stato deciso di svolgere le udienze pubbliche con lo strumento della telephone conference.

La chiusura dell’edificio (12 marzo) è seguita da un rinvio delle udienze di marzo e l’annuncio della eventuale ricalendarizzazione dei cases (16 marzo), a loro volta seguiti da un order di proroga termini per la presentazione di petition of writ of certiorari (19 marzo). Aprile si apre con il rinvio delle udienze di quel term (il 3 aprile) laddove non fosse possibile svolgere oralmente gli arguments davanti alla Corte «if circumstances permit in light of public health and safety guidance at that time».

Il momento decisivo per la svolta “online” della Corte arriva con due provvedimenti. Con il primo si selezionano alcuni casi, tra quelli già rinviati a marzo, per la cui trattazione la Corte Suprema decide di utilizzare il metodo della telephone conference (13 aprile). Subito dopo è emesso un order con cui è consentito esclusivamente il deposito digitale degli atti processuali fino a nuova decisione (15 aprile), fino a quel momento alternativa obbligatoria al deposito cartaceo. Il 28 aprile, la Corte precisa, con un comunicato stampa, le modalità di svolgimento degli hearing, specificando dettagli rilevanti per garantire il trattamento più eguale ed equo possibile, come ad esempio la chiamati simultanea dei counsel e la possibilità di porre le proprie domande al clerk di riferimento.

Ciò posto, bisogna rilevare come nella settimana che comincia l’11 maggio, finisce il term iniziato ad ottobre 2019, ma i casi posti in discussione in questo momento sono estremamente rilevanti dal punto di vista politico. Ad esempio Trump v. Mazars USA, LLP, in cui si discute se il Committee on Oversight and Reform of the U.S. House of Representatives abbia o meno autorità costituzionale o legislative rispetto ai “mandati” relativi al presidente Trump e diversi suoi enti economici riguardo registri finanziari privati appartenenti al Presidente. Oppure in Colorado Department of State v. Baca è in ballo il diritto del presidential elector di votare in modo diverso da come prevede il diritto dello Stato, rispetto al Primo emendamento.

Questi e altri casi politicamente rilevanti potrebbero esporre la Corte Suprema come mai accaduto prima. Non tanto per il fatto in sé delle modalità alternative di riunione o per il deferimento di udienze, che a ben vedere nella storia americana si sono già verificati (nel 1793 e 1798, a causa della febbre gialla, nel 1918, per l’influenza spagnola), ma per l’impatto che le nuove tecnologie consentono rispetto al pubblico generale.

La Corte Suprema “entra” per la prima volta, benché solo con l’audio, nella disponibilità di ogni cittadino americano. Ancora è una modalità “asimmetrica” rispetto ai politici e all’uso spregiudicato dei social network da parte dei rappresentanti parlamentari e governativi ad ogni livello. Tuttavia la condivisione di ragionamenti e argomentazioni costituzionali, direttamente dalla viva voce dei Justices, nelle headphones degli americani potrebbe portare la Corte Suprema sulla scena politica contemporanea, recuperando un divario di visibilità e quindi “influenza” indiretta che ancora la collocava nel Novecento.

Sul sito della Corte Suprema è possibile verificare agevolmente il calendario, ascoltare l’hearing in diretta e reperire gli audio degli hearing e la relativa trascrizione. Questa modalità è dirompente anche perché elimina l’intermediazione, appunto, mediatica, anche per gli esperti del settore. La “comunità degli interpreti” potrebbe giovarsi di una così diretta e rapida fonte di informazione per esercitare quel tipo di controllo dottrinale sempre utile a performare l’evoluzione del diritto.

Queste nuove modalità meritano di essere osservate e comprese a fondo per poter valutare la loro incidenza sul complicato equilibrio istituzionale statunitense, in particolare in un periodo in cui le elezioni presidenziali si avvicinano.

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