Capacity Building. Come far passare le riforme degli altri

Quali dinamiche guidano i sempre più diffusi processi di capacity building? Per mezzo di quali meccanismi uno Stato o un sistema regolatore ultrastatale riescono ad esercitare, dall’esterno, un’influenza su un altro ordinamento, al fine di rafforzarne la capacità istituzionale e amministrativa? La risposta offerta da questo volume è articolata. Attraverso l’esame di una decina di studi di caso, l’indagine mostra come il modo in cui si realizza il capacity building sia influenzato da alcune fattori: il rapporto tra il soggetto esterno e quello interno, il grado di attivazione dei change agents, le caratteristiche della capacità che si intende costruire, la rilevanza e la credibilità degli incentivi, la distanza tra gli obiettivi dell’intervento e la situazione di partenza del soggetto interno. Queste variabili, peraltro, tendono a dare luogo a percorsi tipici, che presentano tre diversi «strati» di cambiamento, rappresentati dall’introduzione di nuove norme, dalla loro attuazione e dalla loro internalizzazione all’interno delle amministrazioni pubbliche. Lo studio apre una interessante linea di ricerca sui rimedi alle «crisi per incapacità», ma si rivela prezioso anche per le istituzioni che progettano interventi operativi di capacity building. Esso presenta, anzitutto, le nozioni essenziali e la rilevanza e i limiti degli studi di riferimento. Discute, quindi, le variabili che determinano il modo in cui si realizza il capacity building e l’ipotesi in cui l’influenza del soggetto esterno il trasferimento di modelli e conoscenze. Ricostruisce, infine, i percorsi più frequenti e i meccanismi che li determinano. (Edoardo Chiti)

 

Pubblicata in Giornale di diritto amministrativo, n. 4/2011

 

Indice e introduzione del volume Capacity Building. Come far passare le riforme degli altri, Carocci, 2010