Identikit del buon capo di gabinetto

Il capo di gabinetto è in tutta l’amministrazione dell’età liberale una figura poco normata e spesso anche poco influente (capita che sia talvolta un funzionario di media importanza, con compiti strettamente limitati all’assistenza del ministro). Ben altrimenti crescerà la sua rilevanza nell’età repubblicana. Qui Cesare Cagli, dirigente dei Lavori pubblici e vivace sostenitore della riforma amministrativa, ne critica l’esperienza dei suoi anni e ne accenna la possibile evoluzione virtuosa.

 

Quando entra nel labirinto, il Ministro sceglie la sua guida; la sua Arianna è il Capo di Gabinetto, l’uomo di confidenza che spesso agisce per lui ed è non di rado il sostituto del gerente responsabile di tutta l’amministrazione. Persona normalmente mediocre, che deve conoscere gli atti necessari e saperli imporre; servire da trait d’union tra il Capo e l’amministrazione: sbrigare le faccende del suo superiore e specialmente le proprie; contentare gli amici del Ministro e quelli personali; prepararsi una carriera amministrativa e, occorrendo, un avvenire politico. Un buon Capo di Gabinetto deve avere le qualità che Macaulay ritrova in una delle figure meno simpatiche ma più attive amministrativamente della rivoluzione francese, Barère: “Egli aveva – così lo dipinge lo storico inglese – una qualità che nella vita attiva spesso dà agli uomini di quarto ordine una superiorità sugli uomini di primo ordine. Tutto ciò che era capace di fare, egli ne era capace istantaneamente, senza sforzo, con abbondanza ed a vantaggio di ciascun lato della questione”. La gerarchia amministrativa teoricamente finisce al Ministro: molte volte in pratica si arresta al Gabinetto del medesimo, dove gli affari si decidono con criteri politici e personali.

 

C. Cagli, Il rinnovamento burocratico. L’ordinamento e la riforma della pubblica amministrazione, Roma, Stab. tip. Società cartiere centrali, 1918, p. 87.