Il diritto globale dello sport

Il volume di Lorenzo Casini su Il diritto globale dello sport è strutturato in cinque capitoli volti ad analizzare i profili organizzativi, funzionali e giudiziali del sistema sportivo globale. La prospettiva da cui muove il lavoro è ampia e originale: l’intento è, infatti, quello di studiare, alla luce delle categorie e degli strumenti del diritto amministrativo, il fenomeno sportivo oltre i confini nazionali verificandone logiche e principi ordinatori e analizzandone le correlazioni con gli ordinamenti statali e dell’Unione europea.

Svolte alcune premesse di carattere generale, in cui si svelano i tratti del sistema sportivo e delle sue regole, in bilico tra diritto pubblico e diritto privato, l’Autore si dedica, nel secondo capitolo, ai profili organizzativi: qui il lettore diviene presto consapevole della struttura composita e articolata dell’organizzazione sportiva, costituita da una rete di «piramidi multiple», tra loro connesse e coordinate, a loro volta collegate con organismi nazionali e sovranazionali. All’interno di questa rete sono indagati quattro distinti regimi, riconducibili rispettivamente al Cio e al movimento olimpico; alle diverse discipline olimpiche facenti capo alle federazioni internazionali; all’organizzazione ciclica dei grandi eventi sportivi e alla disciplina anti-doping. L’elemento di unificazione e coordinamento è rappresentato dalle norme sportive, le quali appaiono gerarchicamente ordinate secondo un “livello costituzionale”, rappresentato dalla Carta Olimpica e dal Codice mondiale anti-doping, e livelli inferiori, costituiti dalla normativa tecnica settoriale delle federazioni internazionali e nazionali. Nella parte conclusiva del capitolo sono illustrati i rapporti tra organismi sportivi e pubblici poteri e la progressiva contaminazione tra ordinamento settoriale e ordinamenti generali .

Il terzo capitolo è dedicato ai profili funzionali. In questo contesto, sono esaminati tre procedimenti in cui affiorano, a dispetto della natura ibrida delle istituzioni e delle decisioni che li popolano, logiche, garanzie e principi propri del diritto amministrativo: si tratta della procedura di approvazione del Codice anti-doping, di quella per l’individuazione della città ospitante i giochi olimpici, la quale si caratterizza per la natura sostanzialmente concessoria, e del procedimento per l’accertamento delle infrazioni alla normativa anti-doping con le relative conseguenze sanzionatorie. L’indagine mostra la costante e graduale procedimentalizzazione dell’attività delle istituzioni sportive quale condizione per la sua apertura ai diversi stakeholders e per l’efficace coordinamento degli interessi: le garanzie sviluppate nelle procedure – tra cui primeggia il right to be heard ed i principi di natural justice – appaiono anzi, secondo quanto afferma la giurisprudenza del Tribunale arbitrale dello sport, uno dei tratti fondanti dell’intero sistema sportivo. La giuridicizzazione delle procedure si riflette poi nel rafforzamento dei meccanismi giustiziali, che costituiscono l’oggetto di studio del quarto capitolo. La prospettiva di osservazione qui utilizzata è tuttavia non tanto quella complessiva della giustizia sportiva, ma quella riferibile ai meccanismi di review dell’azione delle istituzioni.

Il lavoro si chiude con alcune riflessioni conclusive sul sistema sportivo globale, in cui l’utilità di una lettura amministrativistica del fenomeno esce confermata: l’emancipazione dello sport dalla matrice privatistica e volontaristica originaria, l’emersione di una funzione amministrativa accanto ad una normativa e giurisdizionale e la sua graduale procedimentalizzazione per finalità di accountability e di garanzia costituirebbero anzi manifestazioni di un processo in atto di parziale “mimesi” tra regimi globali e ordinamenti statali. (Barbara Marchetti)

 

Pubblicata in Giornale di diritto amministrativo, n. 11/2010

 

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