Una «revolution in government»? La riforma amministrativa del patrimonio culturale

di Lorenzo Casini
Abstract

L’articolo prende in esame la riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo avviata nel 2014 e i suoi principali sviluppi. La prima parte richiama sinteticamente gli obiettivi della riforma del Ministero, limitandosi a ricordarne le linee ispiratrici. La seconda parte ricostruisce le «leve» della riforma, ossia i fattori che ne sono stati e ne sono ancora, al contempo, presupposto e strumento di attuazione. La terza parte, infine, mira a mostrare gli effetti sistemici che la riforma ha determinato su alcuni ambiti e istituti del diritto amministrativo: le fonti normative, l’organizzazione, il personale, la finanza e il rapporto tra pubblico e privato. La riforma amministrativa del patrimonio culturale si pone quindi come interessante caso di studio per comprendere i caratteri, i limiti e le opportunità di ogni riforma amministrativa. Questa azione riformatrice, unita alla complessità giuridica di questo settore, possono auspicabilmente trasformare il diritto del patrimonio culturale in un laboratorio d’eccellenza, una «bottega d’artista» per il diritto amministrativo.