La dirigenza dello Stato e il ruolo della Scuola superiore della pubblica amministrazione

Come funziona la formazione dei dirigenti pubblici in Italia? E, in particolare, quali sono le caratteristiche dell’attività di formazione resa dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione? Quali i problemi legati all’accesso al corso concorso e al suo svolgimento e quali sono le vicende professionali successive di quanti lo frequentano?

A queste domande risponde la ricerca promossa dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, coordinata da Bernardo Mattarella, e alla quale hanno partecipazione sette autori, scelti tra giovani studiosi, avvocati e dirigenti pubblici.

L’indagine si articola su due piani. Il primo è quello dell’analisi, con il supporto di questionari, di un ampio campione di dirigenti amministrativi italiani che hanno frequentato le tre edizioni del corso-concorso per l’accesso alla dirigenza amministrativa organizzati dalla Scuola stessa tra il 1993 e il 2002. Le ragioni della scelta di questo campione sono illustrate da Bernardo Mattarella nella introduzione al volume e, nella sostanza, attengono alla maggiore novità, da un lato, e alla maggiore significatività, dall’altro, di una indagine portata sulle attività di formazione dei dirigenti di nuova assunzione rispetto a quelle destinate al personale già in servizio. I risultati dell’analisi condotta si trovano nel testo di Fabio Di Cristina e nell’appendice statistica curata dallo stesso Di Cristina e da Maria Simoncini. Se ne ricavano dati interessanti circa i tratti distintivi del campione selezionato (quanto all’età, alla formazione universitaria, alla mobilità territoriale dei giovani dirigenti) e i giudizi che gli stessi danno dei punti di forza e di quelli di debolezza dell’esperienza presso la Scuola.

Un secondo piano di indagine si muove in un ambito più ampio e tocca una serie di aspetti di carattere generale: si analizza, quindi, il processo di selezione (a questo tema è dedicato il lavoro di Benedetto Cimino) e di formazione dei dirigenti e i suoi precedenti storici (si veda ad esempio il testo di Lorenzo Saltari); si operano comparazioni sia con la formazione degli alti funzionari pubblici di altri paesi (ne parla lo stesso Saltari nel suo lavoro) sia con altre categorie di dipendenti pubblici, quelli regionali, da un lato, quelli degli organi costituzionali, dall’altro (dei quali ultimi tratta il lavoro di Elisabetta Midena); ci si sofferma in modo più specifico sulla Scuola superiore della pubblica amministrazione, l’evoluzione dei suoi modelli di reclutamento e di formazione, l’impatto da essa esercitato sulla dirigenza dello Stato (si vedano al riguardo, rispettivamente, i lavori di Bernardo Argiolas e Valentina Milani). (Giulio Vesperini)

 

Pubblicata in Giornale di diritto amministrativo, n. 2/2011